Autore: 
Anna Guerrieri

Il 24 Aprile scorso, in pieno periodo di “chiusura”, ho avuto la possibilità di stare, virtualmente, con un gruppo di genitori e insegnanti in un incontro realizzato da Genitori si diventa – Sezione di Portogruaro. L'occasione mi ha permesso di sperimentare ulteriormente una nuova maniera di essere in gruppo. Al di là di quanto è emerso sulla complessità e la fatica di questo periodo (insegnare in DAD, apprendere in DAD, sostenere i figli nell'apprendimento in DAD, relazioni scuola-famiglia,...) ho potuto comprendere: 1) Quanto mi mancasse la percezione corporea per stare in contatto con quanto, delle mie parole, arrivasse al gruppo. 2) Quanto si attivassero in maniera acuta altri sensi per fare circolare l'affetto necessario a creare un clima reale di condivisione (la vista, l'udito, ...) 3) Quanto fosse necessario costruire un racconto corale di quanto accadeva 4) Quanto fosse importante ancora e di nuovo rispecchiarsi, ritrovarsi, narrare la molteplicità delle esperienze differenti, esprimere le emozioni (fatica, incertezza, paura, ironia, ...). Ringrazio davvero la Sezione di Genitori si diventa di Portogruaro che mi ha come molta immediatezza offerto questa possibilità. Il clima che si è creato, i racconti emersi, le esperienze, sono state interessanti. Alla fine ho percepito quanto fosse intensa una dimensione di questo genere e quanto mi mancasse il brusio delle persone, la loro restituzione immediata. Come una tensione che non si rilasciasse facilmente. Il mezzo virtuale permette grandi possibilità e toglie grandi vie. Costringe ad un viaggio in cui la perdita del tatto e dell'olfatto sono difficili da compensare. Ci abbandoniamo alla vista, alle nuance dei toni delle voci. Si può fare. E' come nella DAD, sta a noi, in ultima analisi, credere e provare che anche nella didattica a distanza si insegna e si apprende solo in una relazione di amore.

Per questo motivo non voglio raccontare quello che ho detto io, ma quanto ho raccolto, perché quello che conta, come anche in ogni classe, è la costruzione di una storia comune. Anche a distanza. Questi racconti e riflessioni, raccolti nei giorni seguenti, insieme costruiscono una "storia", la storia di ciò che è stato. E da questa storia sarà necessario partire a Settembre. Ripartire (in tutti i modi in cui si stia pensando di farlo) significherà prima di tutto dare uno spazio per elaborare queste storie. I bambini e i ragazzi che riempieranno di nuovo le classi porterano nelle aule quanto avranno provato e quanto avranno provato le loro famiglie.

Connessione o in contatto?

Paradossalmente ora che si dovrebbe avere più tempo perché siamo a casa, a me il tempo non basta mai! e nemmeno riesco a fare le cose che vorrei... passo le giornate a litigare per i compiti e a cucinare, perché qui hanno sempre fame! Le riflessioni che vorrei condividere non sono molte, e magari sono scontate, riguardano la mia perplessità sulla DAD senza una vera interazione del gruppo classe, e riguardano l'aspetto della regressione dei bambini in questo periodo.

… Abbiamo cambiato tre scuole e in nessuna ho mai trovato l'insegnante referente per i bambini adottati, né conoscevano le Linee Guida per l'accoglienza dei bambini adottati (le ho sempre fornite io agli insegnanti e sbagliando, perché avrebbe dovuto consegnarle la dirigente o l'insegnante referente). Mi sono sempre offerta per collaborare con le insegnanti in maniera propositiva, ma spesso questo mio atteggiamento è stato interpretato come "madre ansiosa" e non come genitore attento. E quando ho cercato di interpretare atteggiamenti oppositivi o scorretti di mio figlio alla luce della sua storia pregressa, per provare a capirli non certo per giustificarli, mi sono sentita dire "vogliamo sempre giustificarlo solo perché é adottato?", quando invece mi sarei aspettata una risposta tipo "ok ci può stare... cosa possiamo fare per aiutarlo?" oppure "proveremo a  trovare una modalità diversa, cosa ne pensa se...." o qualcos'altro che mi avesse mostrato il desiderio di collaborare. 

Come già detto durante l'incontro, la scuola di mio figlio in questo periodo di pandemia ha scelto di non fare lezioni on line per la primaria, perché non tutti i bambini potevano contare sull'aiuto dei genitori a casa e su supporti tecnologici, ma credo in parte anche perché non tutte le insegnanti avrebbero saputo gestire la cosa. Detto ciò, da un lato forse è un bene che mio figlio non debba incontrare tutti i giorni le insegnanti principali, che non sono mai state molto inclusive, e questa didattica a distanza ha messo in luce ancora di più i loro limiti. (Solo l'insegnante di sostegno, giovane e preparata, ci sta supportando mandando compiti semplificati per alcune materie, facendo spesso video chiamate con nostro figlio e incoraggiandolo molto. E abbiamo una ex insegnante in pensione, bravissima e capace, che gli fa lezioni private via Skype, due/tre volte a settimana, un'ora al mattino). La cosa che però mi dispiace maggiormente è che in questo momento, con questa modalità di DAD, i bambini non si possono vedere.... 

La scuola e la casa

Per i nostri figli adottivi, che tanto hanno bisogno anche di socializzare e imparare a gestire le relazioni con gli altri, penso che questa mancanza di rapporti sociali con il gruppo che erano abituati a frequentare sarà un problema. Già vedo delle regressioni in mio figlio, che ha ripreso comportamenti infantili.... Ci siamo detti che abbiamo tutti un po’ di difficoltà con la gestione dei compiti, io passo intere mattinate a litigare per farli fare a mio figlio, poi spesso restiamo arrabbiati per il resto del giorno. So bene che noi dobbiamo fare i genitori, non gli insegnanti, ma questa didattica a distanza ci chiede di essere molto coinvolti, non possiamo non seguire i nostri figli perché non tutti alle elementari sono abbastanza responsabili da mettersi alla scrivania e fare da soli, con regolarità. E credo che ora siano ancor meno responsabili, e siano regrediti... Anzi, credo proprio che in questo momento così difficile per tutti, i nostri figli adottivi siano quelli più colpiti a livello emotivo, anche tra i più grandi. Qualche genitore ha sottolineato regressioni infantili: qualche bimbo più piccolo ha iniziato a fare pipì nel letto, altri pretendono la presenza della mamma o la seguono ovunque, mio figlio vuole sempre addormentarsi con qualcuno e mi tiene abbracciata stretta nel suo letto per paura che me ne vada, e chiede più coccole del solito con atteggiamenti di quando era piccolo! E affiorano in loro le paure di sempre, quelle che erano rimaste leggermente nascoste... Questo virus fa parlare di morte, e la paura di perdere i genitori e restare soli, di nuovo, credo che sia l'angoscia più grande che si portano dentro e che muove tanta della loro irrequietezza … L'apprendimento passa attraverso l'emotività, passa dal cuore e dall'affettività, come hai sottolineato, e tutto questo fa molta fatica a passare tramite una DAD priva di interazione.

Scuola e famiglia quando si resta a casa

La mia seconda figlia frequenta la seconda classe del Liceo Linguistico. Come hai detto tu, gli adolescenti sono stati volentieri a casa: con i mezzi tecnologici hanno mantenuto lo stesso i contatti con gli amici, molto spesso sdraiati sui divani e sul letto, con questi strumenti hanno riempito i momenti vuoti, ma gli stessi mezzi tecnologici diventano “complicati” quando devono essere utilizzati per la scuola (non partono email, non arrivano file ai docenti, non ho visto i compiti…). Per una ragazza come la mia, che riesce ad estraniarsi facilmente in classe, immagina cosa succede davanti allo schermo di un computer: l’attenzione cala drasticamente davanti a ciò che non la coinvolge.

 Ci preoccupano molto gli attuali tempi dilatati, confacenti all’indole di mia figlia, in contrapposizione al triennio che la attende. Intanto approfittiamo di questo tempo per recuperare il “tempo famiglia”, non sempre accettato dagli adolescenti anche, con la riscoperta ad esempio di giochi in scatola e di ruolo. Sono tutti metodi e strategie che recuperiamo dal bagaglio dell’essersi confrontati tanto con altre famiglie, dall’essere parte di associazioni famigliari.

Il delicato rapporto genitori-adolescenti, dipendenza-autonomia, non è aiutato dalla didattica a distanza e dal mancato rapporto genitori-insegnanti. Se nella scuola primaria e secondaria, come hai detto ieri, è fondamentale il rapporto scuola-famiglia, come deve essere questo rapporto nella scuola secondaria in questo periodo? Concludo con una nota positiva che dimostra ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, l’importanza della collaborazione scuola-famiglia:

il mio primo figlio sta facendo l’università, primo anno, e stanno lavorando parecchio, con lezioni a distanza sia al mattino che al pomeriggio. Ma la fatica non la sente, perché frequenta questa scuola di cui è innamorato e in cui è riuscito ad entrare (numero chiuso di 90), ventiduesimo su più di 600. Tieni conto che mio figlio ha fatto medie e superiori con piano personalizzato per DSA……una buona collaborazione scuola famiglia porta anche a questi risultati.

Apprendere significa entrare in relazione

Spesso mi chiedo se io sia poco scolastica e quindi se quello che offriamo non sia utile al futuro dei bimbi e non li prepari alla scuola primaria … La frase E’ dall’amore che scaturisce l’apprendimento è stata una piccola risposta. Se non imparano a scrivere in stampatello minuscolo, potranno comunque esprimere il loro talenti usando una tastiera e lo stampatello maiuscolo è stata una seconda risposta. Sentire che sono bravi, che ce la possono fare un altro punto di ricchezza che ho portato con me.

Mi auguro che da questa situazione ne usciamo tutti con qualcosa in più … il ritrovamento dello stare in famiglia, la capacità di saper rallentare i nostri ritmi per guadagnare il tempo della relazione: Condivido pienamente la frase E’ dall’amore che scaturisce l’apprendimento! Ed è anche per questo che penso sia fondamentale che come insegnanti, ci facciamo sentire e vedere in un modo o nell’altro dai bambini.

Sentendo la situazione degli altri istituti mi sono sentita avanti anni luce nonostante le difficoltà iniziali: Come insegnanti siamo state lasciate in balia delle onde ad arrancare per trovare nel minor tempo possibile (quindi provando varie piattaforme) per non abbandonare le famiglie. … Nel mio caso ho ancora tante famiglie che sono latitanti nonostante le sollecitazioni telefoniche e via mail. Stiamo provvedendo per una video chiamata con le famiglie.

Includere

Due figli, due storie. Il mio primo figlio è al Liceo scientifico internazionale. Gestione splendida, con lezione sincronica dal lunedì al sabato, dalle 8,30 alle 12,30, con pause gestite a discrezione delle docenti. Nelle lezioni un mix di spiegazione, verifica dei compiti assegnati, visione di eventuali filmati o materiali didattici, svolgimento di esercizi in modo collegiale. Alcune lezioni con compresenza (o delle docenti di lingua o dell’educatrice). Uso prevalente di meet, con caricamento del programma e delle lezioni sempre sul registro elettronico. Nei pomeriggi alcune lezioni facoltative di potenziamento ed alcuni incontri con gli educatori anche per riflettere sulla situazione contingente (es: visione con i genitori del film Philadelphia per poi discutere in plenaria di temi e riflessioni personali). La scuola ha poi previsto delle iniziative particolari, come uno sportello telefonico con una psicologa o la creazione di alcune attività didattiche mirate (un concorso di arte e immagine “Una finestra sul mondo: dalla finestra di casa mia”); è stato condiviso dalla preside un filmato con un suo saluto e immagini delle classi. Concludo che ho avuto modo di parlare telefonicamente con l’educatrice prevalente, e di essere sistematicamente aggiornata dalla nostra rappresentante che comunica con assiduità con il corpo docenti. In sintesi 10 e lode. 

La mia seconda figlia è in quinta elementale. Per lei sono previste 22 ore di sostegno. Abbiamo avuto la possibilità di ritirare un po’ di materiale didattico nei primi giorni di lockdown. Dal 21 febbraio è stata fatta una sola attività collettiva in cui la classe e le 5 maestre di sono salutati è derivata dalle forti pressioni genitoriali. Riceviamo dalla terza settimana di chiusura compiti attraverso tre files (uno per insegnante) che vengono pubblicati su whatsapp. Il sabato si dovrebbe restituire quanto prodotto e poi effettuare il lunedì mattina l’auto correzione. Nessuna video lezione, nessun filmato, nessun audio a parte quelli della insegnante di musica e uno della maestra di inglese. L’insegnante di sostegno in modo autonomo, pur essendo arrivata a metà gennaio, ha preso contatti con me e calendarizzato un incontro di circa un’ora e mezza ogni giorno su Zoom. Sicuramente efficaci e necessari a mia figlia che evidenzia gravi lacune dovute anche ad una pessima gestione degli anni precedenti. Parallelamente io mi sono attivata con una professionista che già seguiva mia figlia che fa con lei 3 incontri da due ore ogni settimana la mattina per supportarla nei compiti. Mia figlia seguiva inoltre delle terapie di potenziamento fonologico e linguistico presso un centro che, ovviamente, ha chiuso, interrompendole. Egualmente interrotti gli incontri con la psicologa che stava effettuando la rivalutazione che avrei dovuto consegnare alla Scuola secondaria di primo grado dove è stata iscritta. Dalla prossima settimana le maestre su esplicita richiesta della preside svolgeranno una lezione di italiano di 1 ora il lunedì ed 1 di matematica sempre di 1 ora il giovedì. In quelle due giornate salterà l’incontro con il sostegno, per cui noi perderemo di funzionalità e di potenza. Delusa a dir poco.

Il piccino di casa (prima elementare), per un'anomalia al cromosoma 8, si trova in una condizione rara per via dei pochi casi,  di disabilita grave, regolarmente riconosciuta con L.104 C.3. Non verbalizza ed ha un evidente ritardo cognitivo. Vacanze di carnevale e non si torna più a scuola. Lui non ci capisce nulla, nervoso, disorientato e confuso. Un poco dai nonni, un poco a casa.  Poi il blocco totale...si sta in casa! Blocco delle terapie pomeridiane. Si sta a casa! Per lui è difficile da capire il cambiamento e come comprendere il passaggio del tempo. In quel periodo era rabbioso e buio. Poi arrivano le belle giornate e il giardino in aiuto. Meno male!!! Così si decomprime e rilassa sulla sua altalena. Arrivano le schede via mail di pre-scrittura da fargli fare, la telefonata della psicologa e della psico-motricista di come stiamo in famiglia ... Ma di fatto?!? Mi rendo conto che i professionisti son gentili ma altro non possono fare. Con la maestra comunichiamo con foto che le inviamo,  ma lui non comprende che le faccio e le mando alla maestra. Riceviamo le schede, le facciamo. Ma mamma...la casa è fatta per giocare e dare conforto. Tu sei la mamma che coccola, non la maestra… Ma allora mi domando, se fosse interessato a qualcuno dell’equilibrio di questi bimbi, dei risultati raggiunti... Ma non si poteva fare uno sforzo e confezionare qualcosa per loro? Una stanza nel comune a disposizione....debitamente sanificata, con ogni precauzione dell’adulto e messa a disposizione con un calendario ben definito di un paio di ore a settimana affinché questi bimbi potessero usufruire di un contatto esterno, seppur minimo, ma esistente e molto importante!

 

STRUMENTI UTILI

Qui trovate tanti link utili (documenti e video) di Genitori si diventa e del Coordinamento CARE

Le priorità del Coordinamento CARE sulla scuola durante la pandemia

Kit di emergenza

La matematica per la scuola #lascuolaconta

 

 

 

 

Data di pubblicazione: 
Venerdì, Giugno 5, 2020

Condividi questo articolo

Articoli sull'argomento

Sonia Oppici, psicologa giuridica e psicodiagnosta
Antonella Avanzini
Monica Nobile – pedagogista, tutor dell’apprendimento, counselor.
Monica Nobile – pedagogista, tutor dell’apprendimento, counselor.
Redazione di Genitori si diventa OdV
Anna Guerrieri, Fabio Antonelli
Daniela Lupo, mamma e insegnante