Autore: 
Sonia Oppici

Alice ha pochi anni, tre fratelli. È avvolta in una coperta, in braccio ad un poliziotto con gli occhi lucidi, che le ha comprato un pupazzetto e la stringe forte. Lui gigantesco. Lei fragilissima e spaventata, i capelli lunghi probabilmente mai tagliati, intrisi di sangue. Gli occhi sbarrati nel viso minuscolo e un pianto disperato.

Saliamo in gruppo. Gli altri bimbi stanno giocando con le tempere e lei, improvvisamente folgorata dai colori, si calma. Io incredula a guardarla mentre si spalma di verde, di blu, di giallo.
Immobile perché la magia non svanisca. E sono fortunata. La piccola non dice una parola ma, poco dopo, si lascia immergere in una vasca di schiuma bianca. Ne esce arruffatissima e il pigiama troppo grande non le piace. Si guarda allo specchio e fa un sacco di smorfie. Buffissima. Per distrarla, le smalto le piccole unghie di rosso. Lei sorpresa, spalanca un sorriso sdentato. Le mani di una bimba allegra che gioca a fare la principessa.

… Con il passare dei giorni, la paura se ne va e arrivano finalmente i capricci, i no, ma anche gli abbracci forti, le piccole confidenze, i racconti di un passato cattivo. Poche parole nella camera dell' educatrice e poi la sua mano che prende la mia e mi riaccompagna in gruppo. Perchè i bimbi che non hanno nulla sono generosi, sanno che anche gli altri hanno bisogno di averti e non ti trattengono mai più del necessario.
…Così, la vita ha iniziato ad essere scandita dalla scuola e dalle amichette, dalle pizze e dalle arrabbiature, dalle gonnelline e dalle calze a fiori, dai compiti, sempre troppi, e dalle vacanze, dalle sgridate e dai pianti, dalle favole e dalle cadute in bicicletta.

Nel mezzo…

Due interminabili anni di tentativi di mediare il rapporto con i genitori, minacciosi e intimidatori. Parecchi mesi di telefonate deliranti in lingua straniera. Lei che aveva dimenticato la lingua. Apposta.
Loro che si ostinavano a parlarle in quella lingua.
Apposta.

Quattro anni di decreti inutili. Perchè l' unico atteso era l' adozione. E poi una lettera, scritta e riscritta (“….perché è importante e…. se poi non la capisce???”) con una calligrafia incerta, le parole troppo grandi: “Caro Giudice dei bambini…. posso avere un papà e una mamma veri? …….. e magari anche un gattino.”
E i sogni alla fine, qualche volta, si avverano.

E la famiglia è arrivata. Incantata da un faccino imbronciato e furbetto, un sorriso gentile, e un cuore grande. Perché Alice, se le regali un pacchetto di biscotti, "le gocciole al cioccolato che mi piacciono tanto", dopo due mattine li ha finiti. Perchè li mette in tavola e li offre. Agli altri. Che hanno l' armadio delle merende pieno. Perchè lei non sa dire di no. Perchè è innamorata delle favole "e Bella ha sposato la Bestia che si è trasformato in un principe bellissimo. E poi vivono per sempre felici. perchè lei aveva capito che era buono. Buono dentro, vero???... Dai me la racconti un' altra volta ? Poi dormo! Promesso!!!!"

Ora è grande e abita lontano. Mi ha spedito una foto. Jeans, occhiali da sole, maglietta gialla con la margherita. Coloratissima, fa ciao con la mano. Nel pacchetto uno smalto. Rigorosamente rosso.

Data di pubblicazione: 
Martedì, Aprile 24, 2007

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