Autore: 
Monica Nobile

La scelta della scuola superiore è difficile. Forse è la scelta più difficile nel percorso scolastico dei figli e di conseguenza rappresenta un momento cruciale per i genitori.

E' difficile perché i ragazzi appaiono ancora troppo piccoli per potersi orientare da soli e troppo grandi per poter seguire una strada decisa e delineata dai propri genitori.

Le famiglie cercano di raccapezzarsi, partecipano a riunioni, leggono progetti e programmi, partecipano alle giornate di "scuola aperta", cercano di carpire il maggior numero di informazioni. Pertutti resta il dilemma su cosa sia giusto o meglio fare. Alla fine tutti pervengono ad una scelta mai piena, incrociando le dita e sperando di fare la cosa giusta.

Frequentemente i due mondi, quello dei genitori e quello dei ragazzi cozzano. Gli uni pensano al futuro, valutano le possibilità di trovare in seguito una buona occupazione professionale, cercano un ambiente formativo, non solo dal punto di vista culturale e curricolare, che possa accogliere i ragazzi durante la fase più critica della loro esistenza, puntano ad una rotta che garantisca qualche porto sicuro affinché i figli possano essere traghettati verso la vita adulta nel migliore dei modi.

I figli, generalmente, si occupano di tutt'altro.I loro interessi sono altri. Ritrovare buoni amici alla scuola superiore, seguire ideali, forse non sempre ben definiti, ma che siano accettabili perloro e per il loro gruppo di riferimento, garantirsi un impegno di studio congruo, non eccessivo, che possa lasciare il tempo per altro.

L'adolescente non sa bene chi è, non lo sa lui e non lo sanno i suoi genitori. Compiere una scelta sulla base di questa incertezza è compito non da poco.

Si aggiunga a questo la fatica accumulata durante la scuola media, che resta, almeno in Italia, scuola di passaggio, spesso poco attrezzata a far crescere nei ragazzi la passione per lo studio e per la cultura, poco attrezzata anche ad aiutare i ragazzi ad affrontare le proprie insicurezze.

Che fare allora, che strada intraprendere? Naturalmente non esistono ricette, né regole rigide valide per tutti. Possono essere tuttavia importanti alcune riflessioni. Particolarmente importanti per i figli adottivi, che più degli altri si trovano in una fase critica e difficile della propria esistenza e che spesso affrontano - in adolescenza più che mai - problematiche legate alla bassa autostima e all'incertezza rispetto alla propria identità sociale.

Hanno bisogno di cercarsi e ditrovarsi, gli adolescenti, più che mai gli adolescenti adottati.

Aiutarli può richiedere il grande sforzo, da parte dell'adulto, di lasciarli liberi di scegliere, di accompagnarli senza imporre il percorso. Dovrà misurarsi profondamente con leproprie aspettative, il genitore adottivo e ricordare che i figli adottati, piùdegli altri, hanno bisogno di conferme, di sentire che vanno bene in ogni caso, che sono in ogni caso figli.

Per accompagnare questi ragazzi i genitori dovranno riconoscere loro il diritto di sbagliare strada. E dovranno esserci se un giorno questi figli scopriranno di aver sbagliato e avranno bisogno di ricominciare da capo. Forse è giusto darsi e dare la possibilità diprovare e di scoprire sapendo che nella vita ci si può sbagliare e ci si può correggere.

Forse è importante rendere la scelta della scuola meno cruciale e meno assoluta. Forse nella scelta della scuola superiore può essere utile un briciolo di leggerezza.

Data di pubblicazione: 
Mercoledì, Settembre 1, 2010

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