Autore: 
dott.ssa Lisa Trasforini, dott. Luca Querceto

La ricerca delle origini

L’affrontare la propria storia di vita, dal punto di vista di un figlio adottivo, si rivela una tematica sfaccettata e complessa dove è possibile riscontrare una variabilità sia individuale che familiare. Non tutti i bambini adottati percepiscono l’urgenza di conoscere il proprio passato, quando poi questo bisogno invece emerge può impattare in diversi modi sul nucleo familiare. La ricerca delle origini non è il sintomo di una mancanza di affetto verso i genitori adottivi ma è l’espressione di una curiosità individuale di ricostruire e riconoscere il proprio passato. Mentre per alcuni bambini la realtà adottiva è sufficiente alla costruzione della propria storia di vita per altri, a causa sia delle caratteristiche personali che da altre variabili, come l’età in cui si è verificata l’adozione, la necessità di scoprire (o riscoprire) quali sono le proprie radici biologiche è più urgente. Con l’arrivo dell’adolescenza la questione “identitaria” ricopre un ruolo di sempre maggior rilievo all’interno dello sviluppo. Tramite lo sdoganamento nell’utilizzo di internet prima, e la diffusione su larghissima scala dell’utilizzo dei social network poi, la possibilità di entrare in contatto con le famiglie di origine, o con le famiglie adottive di un proprio figlio o parente biologico, è oramai alla portata di ogni individuo. Gestire la possibilità che i figli adottivi possano incorrere (o ricorrere) tramite i Social in informazioni che riguardano le loro radici biologiche è oramai una realtà imprescindibile che tutti i genitori adottivi si trovano ad affrontare.
 

L’utilizzo dei social network

L’avvento dei social network ha comportato una sostanziale rilettura del rapporto tra le famiglie adottive e le famiglie biologiche. La facilità attraverso il quale è diventato possibile stabilire un contatto tra queste due realtà ha dato origine a tutta una serie di nuove problematiche da affrontare. Alcune volte la ricerca su internet è direzionata verso la famiglia di origine. Sono presenti casi dove il minore esprime il desiderio di provare a cercare su internet i componenti della sua famiglia biologica: genitori, fratelli oppure nonni o zii dei quali possono aver conservato dei ricordi. Potrebbe succedere che il ragazzo abbia addirittura provato a cercare delle informazioni senza condividere la sua scelta con i genitori adottivi.  Altre volte sono invece i componenti della famiglia biologica a cercare informazioni o stabilire un contatto tramite l’utilizzo dei social network. Queste situazioni presentano dei fattori di rischio per lo sviluppo armonico sia del ragazzo che del nucleo familiare adottivo: come è possibile quindi fronteggiare queste nuove situazioni?

Cosa faresti se…?

Un aspetto fondamentale utile ad affrontare queste nuove problematiche che possono presentarsi nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza riguarda la condivisione della storia personale del minore e del percorso di adozione tra esso stesso ed i suoi genitori. È doveroso essere preparati sia alla possibilità che il minore venga contattato privatamente da un consanguineo sia ad accompagnare il suo desiderio di curiosità e riscoperta della sua storia precedente l’adozione. Coinvolgere i servizi specializzati all’interno di questo percorso di scoperta è sicuramente un modo per sentirsi accompagnati, ricevere un consulto professionale su quali potrebbero essere i passi migliori da compiere e conoscere gli aspetti giuridici che regolano i contatti tra bambini adottati e la famiglia di origine.

Potrebbe altresì verificarsi l’eventualità in cui i ragazzi adottivi abbiano già cercato informazioni o provato a contattare i genitori biologici o viceversa. La prima reazione di un genitore adottivo in seguito alla scoperta di un contatto con la famiglia biologica da parte del proprio figlio comporta sicuramente una forte attivazione emotiva; forti sentimenti di paura e preoccupazione sono assolutamente comprensibili. La presenza della famiglia biologica che incombe sulla serenità della propria quotidianità può far arrabbiare e causare dolore, tristezza come ansia e timore nella percezione che la relazione con il proprio figlio possa venire minata da questi nuovi eventi. Allo stesso tempo il ragazzo può essere emozionato ed entusiasta al pensiero di aver stabilito un contatto con la famiglia d’origine. Gestire queste situazioni ed il vissuto doloroso che le accompagna è sicuramente una sfida ma il genitore adottivo deve cercare di affrontarla con lucidità. Le modalità con il quale questo si verifica dipendono da un’ampissima gamma di variabili ed ogni situazione presenta una propria unicità.

Avere la possibilità, per il ragazzo, di condividere in un clima sensibile ed accogliente le sue preoccupazioni e i suoi desideri rispetto alla ricerca delle proprie origini permette al genitore di sentirsi più vicino e partecipe al percorso di crescita del proprio figlio e contemporaneamente fornisce l’opportunità di accompagnare il minore lungo questo percorso. Possono infatti essere presenti delle credenze nei confronti della propria famiglia di origine che sono irrealistiche o idealizzate e poterle esprimere nel suo ambiente familiare permette di poterle rileggere e re-inquadrarle nel contesto reale. Inoltre, se l’esperienza della ricerca o del contatto con la famiglia biologica viene discussa in famiglia i genitori possono introdurre al minore la possibilità di coinvolgere un mediatore esterno che si occupi sia di chiarificare dubbi o discutere la storia di vita personale del ragazzo, sia della possibilità di cercare informazioni stabilire o gestire i contatti.

 

Data di pubblicazione: 
Venerdì, Ottobre 8, 2021

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