Autore: 
Simone Berti

Oleg

Oleg è, come ogni sabato, seduto al tavolo accanto alla maestra impegnato ad affrontare i compiti settimanali di matematica. Per lui le maestre hanno previsto un percorso differenziato. Nonostante sia in terza troppe cose devono essere consolidate e ancora una volta è alle prese con la risoluzione dei problemi più semplici con somma e sottrazione. Legge, desideroso di mostrarsi attento.

Questa volta si parla di bambini che giocano con palloncini, di palloncini che si perdono e di quanti palloncini rimangono. La prima alternativa è tra somma e sottrazione, oramai raramente sbaglia e poi casomai ha imparato a correggersi velocemente come se fosse un errore dovuto a una distrazione momentanea; poi un po' meccanicamente esegue l'operazione, un numero in testa, le dita delle mani, si va avanti o si torna indietro e si trova un altro numero.

Il procedimento lo ha ripetuto tante volte e a parte qualche tentennamento procede senza difficoltà. La maestra sembra soddisfatta e a quel punto chiede qual è la soluzione del problema. Lo sguardo di Oleg sembra farsi concentrato e proprio allora il pensiero comincia a vagare e la risposta si perde, resta allacciata ad altre domande: se dei palloncini si sono persi quali bambini restano senza, e cosa faranno? Chi ha perso i palloncini, ci saranno punizioni? Come si può trovare una soluzione al problema se non abbiamo nessun indizio su ciò che appare ben più determinante.

Ed Oleg non si sposta più di lì, così come la maestra che, sorpresa, continua a chiedergli con insistenza la soluzione, quell'ultimo passo che, giunti a quel punto, sembrerebbe dover venire automatico. Oleg porta le sue domande, e possiamo davvero pensare che non c'entrano niente, che sono fuori luogo? Di fronte a questo tipo di difficoltà ci troviamo del tutto disarmati.

Dominique

Dominique è un ragazzo che si lamenta di non riuscire in matematica. La sua analista le chiede se sa cosa significa "contare per qualcuno". Il risultato è che, un po' magicamente in quel ragazzo si sbloccano le difficoltà legate alla matematica.(1)

Contare per qualcuno. Possiamo provare a immaginare il peso che comporta non avere idea di cosa significhi contare per qualcuno?

I numeri a un livello più primitivo sono collegati a ciò che maggiormente ci preoccupa, a strutture d'ordine anche quelle affettive, genealogiche. Come ci collochiamo in famiglia tra i genitori, i parenti, le persone importanti.

L'apprendimento del numero consiste nell'essere in grado di situarsi. D'altra parte che senso ha per un bambino trovare il risultato di una somma se non riesce a collocarsi nel tempo e nello spazio? Le difficoltà che provano certi bambini a collocarsi nel tempo e nello spazio possono essere legati ad una difficoltà a trovare il proprio posto all'interno della famiglia, ad un'incomprensione o confusione all'interno delle strutture d'ordine che ci permettono, per esempio, di ordinare una serie di oggetti dal più grande al più piccolo.

Didier

Didier, è un bimbo alle prese con il dover sistemare in ordine alcuni elementi in sequenza. In realtà sarebbe in grado di farlo senza particolari problemi, ma di fronte al disegno di tre bastoncini di grandezze differenti in ordine, sostiene accanitamente che quello di mezzo è il più grande. Didier è il maggiore di tre fratelli, ma è piccolo per la sua età, e il fratello di mezzo è, così, altrettanto grande. Ecco allora che Didier riproduce la situazione familiare che lo angoscia e non può farne astrazione.(2)

Rumore di fondo

La cosa che forse è più difficile da cogliere, fino in fondo, in tutte le sue implicazioni, è il disordine che può occupare come un rumore di fondo la mente di questi ragazzi e spesso bisogna avere una particolare cautela per non consolidarlo o addirittura amplificarlo.

Apprendere la matematica, capire i numeri, può dipendere dall'essere più o meno in grado di situarsi e da come lo si riesce a fare. Ostinarsi ad insegnare a contare ad un bambino che non è padrone delle strutture d'ordine più elementari che lo circondano potrebbe anche peggiorare la cosa. Ha senso ricondurre la matematica ad un'astrazione in questi casi?

Il punto non è quello di insegnare a contare ai bambini ma portarli a relazionarsi ad una verità che è preliminare a qualsiasi apprendimento e fare in modo che ciascuno trovi il suo modo di reagire, di sentirsi coinvolto e di porre la propria domanda. Domanda che forse non fa che articolare incessantemente ciò che conta di più del contare, ovvero: conto davvero per te?

 

 

(1) Il *caso Dominique/ Francoise Dolto. - Ed. Bompiani, Milano,1972.

(2) Caso citato nel capitolo "La matematica è una cosa seria" in Un luogo per vivere / di Maud Mannoni con i contributi di Robert Lefort, Robert Gentis e di tutta l'équipe di Bonneuil ; Ed. Emme, Milano, 1977.

Data di pubblicazione: 
Domenica, Agosto 23, 2009

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