Autore: 
Roberto Marinello

Di fronte al bambino adottato che giunge in Italia, dopo un periodo più o meno lungo di vita in un Paese lontano ed in condizioni di salute poco conosciute, la prima e immediata preoccupazione della famiglia è legata alle condizioni sanitarie del minore. Come sta mio figlio? Avrà malattie ereditarie o congenite? Avrà  avuto malnutrizione? Avrà subito traumi o maltrattamenti? Avrà eseguito le vaccinazioni necessarie?

Ebbene tutte queste domande sono perfettamente lecite e comprensibili, specialmente a causa della documentazione sanitaria scarsa e frammentaria che spesso accompagna il bambino nel suo iter di adozione. I neo-genitori sicuramente vogliono accertare nel più breve tempo possibile le eventuali malattie, deficit o problemi del bambino per poter intervenire con appropriate cure mediche, farmacologiche o nutrizionali per riportare il piccolo al massimo benessere e consentirgli di affrontare in piena salute il delicato cammino verso la crescita e la piena integrazione nel nuovo tessuto familiare e sociale . Cercheremo in questo breve excursus di indicare gli interventi più importanti che il pediatra può mettere in atto per escludere la presenza di patologie importanti e per impostare un corretto programma di prevenzione e protezione sanitaria in favore del minore e della sua famiglia

Il nuovo concetto di salute

Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 1978, la salute non è più solamente l’assenza di malattia ma anche e soprattutto “lo stato di benessere psicofisico e sociale di un individuo”. Tutelare la salute del bambino in adozione vuole quindi significare affrontare sia i problemi pratici legati alle potenziali malattie organiche ed ai problemi alimentari  del bambino, ma anche i delicati problemi psicologici, affettivi e del comportamento  che sicuramente giocano un ruolo importante sullo sviluppo globale del bambino. Pertanto il bambino adottato come quello immigrato ha diritto ad una tutela speciale della salute psico fisica e sociale.

Il bambino, i genitori, il pediatra 

Tornando al momento iniziale dell’adozione internazionale sarebbe buona norma della famiglia adottiva contattare il pediatra prima ancora della partenza e comunque appena si venga a conoscenza dell’area geografica di provenienza del minore, delle usanze o consuetudini locali o di qualunque altra notizia relativa alla crescita del piccolo. 

Il pediatra potrà già dare qualche utile consiglio in proposito, solleciterà i genitori ad approfondire in loco alcuni aspetti sanitari e contribuirà comunque  ad aumentare la soglia di attenzione della famiglia su particolari situazioni a rischio.

Il periodo di permanenza in loco, con la prima  conoscenza del bambino, oltreché il contatto con il personale medico, pedagogico ed amministrativo locale possono infatti provocare dubbi, incertezze e paure sul reale  stato di salute del bambino, specie in assenza  di una  documentazione sanitaria sufficientemente  esaustiva o interpretabile. 

Il pediatra, anche in questo caso, potrebbe essere d’aiuto fornendo, in tempo reale,  qualche informazione o parere interpretativo supplementare, se richiesti dalla famiglia, (grazie anche alle moderne possibilità di comunicazione telefonica e telematica), senza per questo entrare in  nessun modo nei meccanismi decisionali e operativi della famiglia stessa.

Il primo contatto

Il bambino adottato all’estero che giunge in Italia diventa subito cittadino italiano e, come tale, può subito essere iscritto al Servizio Sanitario Nazionale con relativa e immediata scelta del pediatra di famiglia. E’ pertanto importante fissare appena possibile un appuntamento con il pediatra curante per iniziare la conoscenza reciproca, per sviluppare una positiva relazione e per impostare correttamente la prima assistenza al bambino attraverso:

  1. La documentazione sanitaria e la storia clinica precedente
  2. L’osservazione globale del bambino 
  3. La  visita medica

 

1.Documentazione ed anamnesi

Anche se in linea generale col passare degli anni si è assistito ad un miglioramento del livello e della qualità dell’informazione sanitaria provenienti dai Paesi di origine, tuttavia esistono ancora realtà geografiche o singole situazioni dove le notizie mediche a disposizione non consentono di ricostruire una storia clinica sufficiente.  In particolare mancano spesso notizie sulle vaccinazioni eseguite, su eventuali ricoveri o malattie (specie infettive) , sulla crescita fisica, su esami fatti, su terapie praticate  o anche su eventuali ritardi del linguaggio o dello sviluppo motorio.

Pertanto appare importante, come detto prima, durante le fasi precedenti, raccogliere in modo più analitico e scrupoloso possibile tutte le notizie utili; sarebbe comunque auspicabile mantenere in loco un riferimento stabile che possa eventualmente fornire altri particolari sanitari al momento sconosciuti e che si rendessero necessari in caso di importanti problemi sanitari del bambino.

2.L’osservazione globale del bambino

Un punto molto importante è quello dell’osservazione  complessiva del bambino nell’ambiente in cui si trova e come si relaziona e comunica con le persone. Ovviamente ciò dipende molto dall’età del bambino, da quanto tempo è arrivato nella nuova famiglia, dal temperamento del piccolo, dallo sviluppo  psicomotorio e del linguaggio. In ogni caso il medico può fare le prime valutazioni per poi indirizzare correttamente la famiglia nel percorso educativo ed eventualmente di supporto specifico.

3.La visita medica  

La visita medica del bambino adottato deve prevedere subito un’attenta valutazione  dei parametri auxologici  (peso, statura, circonferenza cranica nei piccoli)  per evidenziare eventuali difetti di crescita e malnutrizione (acuta o cronica) del tutto comuni nei bambini dopo un lungo periodo di vita in difficili condizioni ambientali e nutrizionali. Il difetto di crescita può però anche riferirsi a condizioni etniche di bassa statura (es. etnie asiatica o sudamericana) o anche a situazioni familiari che nulla hanno a che vedere con problemi fisici. 

L’esame neurologico e psicomotorio è fondamentale per valutare il grado di sviluppo neuropsichico, per escludere  eventuali danni del sistema nervoso centrale, o , nella gran parte dei casi, ritardi dovuti a situazioni di scarsa stimolazione motoria ed affettiva del piccolo, specie se a lungo istituzionalizzato. 

Il linguaggio riveste una grande importanza ma è ovviamente legato all’età, alla lingua d’origine  ed alla volontà comunicativa del bambino, per cui è un aspetto da valutare periodicamente nel tempo.

Da un punto di vista clinico, si dovrà dare grande importanza all’osservazione della pelle e dei capelli per la possibile presenza di malattie cutanee croniche o infettive (scabbia, pediculosi, micosi cutanee, impetigine) che si possono manifestare anche con lesioni da grattamento. Anche la colorazione delle sclere oculari deve essere valutata per evidenziare eventuali segni di ittero (problemi epatici, anemia). 

La visita comprenderà anche un’attenta auscultazione cardiaca (per escludere anomalie congenite del cuore) e dei polmoni (per la possibile presenza di infezioni o asma, specie se vi è tosse persistente o difficoltà respiratoria)

Anche l’addome dovrà essere esaminato con cura per escludere ingrossamenti del fegato o della milza (spie di malattie infettive, parassitarie o anemie) , e per valutare la frequente distensione addominale (spesso dovuta a malnutrizioni  o infezioni parassitarie) talora accompagnata da diarrea o vomito. Occorre anche  valutare i genitali (per escludere anomalie o segni sospetti di maltrattamento o di particolare pratiche rituali ad alto rischio sanitario come l’infibulazione) 

L’apparato scheletrico deve essere esaminato con cura, specie nei più grandicelli, perché posizioni viziate con corrette, ritardo della tappe della deambulazione o condizioni di rachitismo (più frequente nei bambini di pelle nera o dove vi sia stata carenza alimentare grave o scarsa esposizione alla luce solare)  possono aver causato malconformazioni ossee o ipotrofie muscolari su cui occorre intervenire immediatamente. Anche i denti vanno esaminati per evidenziare carie, malocclusioni o altre anomalie legate spesso alla trascuratezza o a scorrette abitudini alimentari.

Anche  l’apparato visivo ed uditivo vanno controllati sia a livello pediatrico che superspecialistico, per escludere deficit dovuti a patologie  infettive acquisite o congenite o  problemi legati al parto o al periodo neonatale   (sofferenza fetale, asfissie, infezioni).

 Un occhio attento andrà infine riservato alla palpazione del collo (tiroide e linfoghiandole).  Occorrerà chiedere ai genitori  dei  bambini sopra i 4-5 anni, (  se il bambino è già arrivato da qualche mese) se vi sono enuresi (perdita involontaria di urine notturne), encopresi (perdita involontaria di feci), turbe del comportamento (insonnia, anoressia, bulimia, irritabilità, ecc.) o altri problemi specifici che i genitori abbiano notato.

Alla fine della visita medica il pediatra, sollecitato dalla famiglia che è giustamente preoccupata per la salute del bambino (anche perché il periodo pregresso è sconosciuto o sono presenti informazioni incomplete e frammentarie) potrà consigliare l’esecuzione di  una serie di esami diagnostici di routine anche valutando la zona di provenienza del minore.

Ricordiamo quindi le principali patologie ereditarie e congenite legate al continente o alla regione geografica di provenienza, senza trascurare la patologia infettiva e trasmissibile dovuta all'ambiente e alle condizioni di vita dei genitori:

  1. Patologie legate all'ereditarietà e/o alla zona di provenienza
    • ANEMIE E PATOLOGIE EREDITARIE DELL’EMOGLOBINA, malattie a trasmissione ereditaria (drepanocitosi diffusa in Africa centrale, Paesi del Mediterraneo, Caribe ed America Latina, emoglobinopatia C comune in Africa occidentale e Centro America, alfa talassemia comune in Cina, beta talassemia presente nei Paesi del Mediterraneo, in Estremo Oriente ed Africa Tropicale, favismo prevalente nei Paesi del Mediterraneo, nel Sud.est asiatico ed in Cina); 

      2.    Patologie di tipo infettivo

  • Malaria e tubercolosi: per queste patologie è possibile la trasmissione per via placentare o congenita. Sono da prendere in considerazione nei bambini di recente arrivo sia per adozione che per ricongiungimento familiare. L’incidenza di tubercolosi tra i bambini provenienti da adozione internazionale è da 4 a 6 volte più frequente rispetto ai coetanei dei Paesi occidentali
  • Malattie veneree, gonorrea e sifilide: è possibile, anche se molto rara, la trasmissione placentare o connatale. 
  • L'infezione da HIV, l’epatite B, l’epatite C sono le più frequenti malattie infettive presentate da questi bambini
  • Parassitosi viscerali o cutanee associate o meno a sintomi generali. Tra le parassitosi intestinali abbiamo la giardiasi, l’anchilostomiasi e la strongilodiasi, l’ascaridiasi nella forma intestinale e polmonare, l’ossiuriasi, l’amebiasi, la tricocefalosi .Tra le parassitosi non intestinali abbiamo la leishmaniosi viscerale, la larva migrans viscerale.

I principali esami che solitamente prescrive il pediatra sono:

  • Emocromo + quadro generale ematico (G6PD, elettroforesi dell’emoglobina, reticolociti);
  • Ferritina e transferrina;
  • Marcatori per epatite virale A,B,C;
  • VDRL (sifilide);
  • Test ed anticorpi anti-HIV;
  • Intradermoreazione di Mantoux (tubercolosi);
  • Coprocoltura + esame parassitologico sulle feci ed urine;
  • Anticorpi anti toxocara (parassiti); 
  • Ormoni tiroidei se il bambino proviene da zone con carenze di iodio (Sud America);
  • Indagini per malaria in bambini giunti da poco da aree in cui questa malattia è endemica.

Vaccinazioni

Lo stato vaccinale del bambino adottato è spesso difficile da ricostruire, sia per i differenti calendari dei Paesi d’origine, sia per i documenti incompleti, sia per la difficoltà di traduzione di simboli o sigle delle varie vaccinazioni. In molti Paesi non si effettuano vaccinazioni oggi raccomandate nei Paesi occidentali (pneumococco, meningococco, haemophilus B, morbillo parotite rosolia) che necessitano quindi di integrazione tempestiva. In caso di notizie del tutto incerte o molto frammentarie, è raccomandabile riprogrammare ex-novo il piano di vaccinazioni, evitando dosaggi anticorpali delle singole vaccinazioni. 

Consigli e considerazioni conclusive

Al termine della visita il pediatra  consiglierà poi la dieta migliore per recuperare il probabile deficit di proteine e minerali (ferro e calcio) e l’adozione di stili di vita salutari (attività fisica e all’aria aperta). Nella gran parte dei casi (dove non vengano evidenziate malattie croniche o ereditarie) i problemi sanitari del bambino, specie se acuti, tendono a risolversi attraverso una accurata e tempestiva diagnosi e terapia  medica ed una collaborazione piena con la famiglia. Teniamo presente che, al di là delle ereditarietà genetica ed ambientale delle malattie, legate alla familiarità ed alla zona di provenienza, col tempo il bambino tenderà sempre più ad assomigliare ai bambini della sua nuova destinazione anche da un punto di vista della salute e delle malattie. Si ammalerà delle solite faringiti, bronchiti, otiti, influenza, dimenticando per sempre le sue vecchie e più pericolose malattie.  

Per quanto riguarda i problemi cronici o quelli legati a malattie più complesse, se affrontati  in modo competente ed approfondito in combinazione con adeguati centri specialistici, essi avranno  sicuramente, con le moderne possibilità terapeutiche,  una prognosi più favorevole e consentiranno condizioni di vita individuale e sociale un tempo impensabili, specie se confrontate con le scarse possibilità di cura nei Paesi d’origine.

La carrellata di problematiche e di interventi medici illustrata in questo breve testo non ha la pretesa di contenuto scientifico approfondito, ma vuole portare alle famiglie ed agli operatori coinvolti in questo delicato settore professionale il contributo di esperienza che il pediatra può mettere in campo per tutelare al massimo la salute dei suoi piccoli pazienti “venuti da lontano“ . Pertanto vanno interpretate come semplici indicazioni utili per muoversi fin dall’inizio dell’iter adottivo con una certa agilità nel campo sanitario, e per interpretare correttamente segnali e situazioni a cui quasi sempre  si è impreparati..

 Saranno poi la costruzione di un saldo e duraturo rapporto di fiducia e comunicazione tra pediatra bambino e famiglia e la conoscenza sempre più approfondita della personalità del minore  a consentire il definitivo inquadramento dei bisogni  di salute del bambino e la messa in atto di tutte le misure sanitarie necessarie per tutelarlo fino alle soglie dell’età adulta.


Il testo qui riportato si trova in Genitori si diventa. Il dott. Marinello ha scritto un libro per la Collana Genitori si diventa, si tratta di La salute del bambino e dell'adolescente - Piccola guida per i genitori : Si tratta di un libro utile e che correda il più recente volume a cura di Fabio Antonelli e Piero Valentini Salute e adozione


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Data di pubblicazione: 
Sabato, Maggio 22, 2021

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