Autore:
Monica Nobile - pedagogista, tutor dell’apprendimento, counselor
Fanno riflettere i dati pubblicati dall’Osservatorio Ripetizioni Private di Ripetizioni.it, piattaforma italiana di riferimento per le lezioni private online e in presenza.
Emerge, dall’indagine su un campione di 6.000 alunni di scuola di primo e secondo grado, che la spesa per ripetizioni è in aumento del 10% rispetto allo scorso anno e che non risparmia gli alunni senza insufficienza in pagella.
In 6 casi su 10 - alle medie come alle superiori - nel programma di recupero la disciplina nettamente più gettonata è la matematica. Seguono le lingue straniere (30%) e l'italiano (27%); latino e/o greco (32%) e le scienze (25%). Poi c'è tutto il sommerso. Lezioni pagate in nero e quindi non tracciabili – sappiamo tutti quanto siano diffuse - e lezioni gratuite offerte da amici e parenti.
L’indagine indica che tra ripetizioni private a pagamento e supporti pro bono, il 34% degli studenti dichiara di aver avuto bisogno di una mano nello studio.
Sorge la domanda: perché frequentare la scuola pubblica non è sufficiente?
Tralasciando le rette per scuole private, argomento a cui vorrei dedicare spazio in un prossimo articolo, mi chiedo quali siano le cause che portano le famiglie ad affrontare spesso spese consistenti per sopperire a lacune e difficoltà che i figli manifestano nel loro percorso formativo. Risorse economiche per lezioni private e risorse umane per affiancare ragazze e ragazzi nello studio, talvolta in un clima conflittuale dove l’insuccesso scolastico si traduce nella perdita di energie e serenità nelle relazioni e nel clima in casa.
Nel pieno dell’estate raccolgo, come ogni anno, richieste di aiuto da parte di genitori in difficoltà con i figli che devono riparare debiti scolastici. Difficoltà economiche – tanto da comportare la revisione del budget destinato alle vacanze, per far fronte alle spese di insegnanti privati – ma anche difficoltà emotive e affettive per l’eterna contrattazione, densa di tensione, sui tempi di studio.
Una mamma mi spiega che nella scuola della figlia il collegio docenti ha scelto di organizzare corsi intensivi a giugno, che offrono insegnamenti mirati sulle materie da riparare, prevedendo poi gli esami di riparazione nella prima parte di luglio. È una pratica che si sta diffondendo in questi ultimi tempi, soprattutto nelle scuole del nord.
Ho sempre pensato che a giugno gli studenti debbano riposarsi, ma questa modalità mi ha fatto pensare che forse allungare un po’ l’impegno, concentrarsi su specifiche lacune, concludere gli esami ai primi di luglio e poi godersi le vacanze, forse non è una cattiva idea. Per due motivi. Il primo è che questa scelta garantisce alle famiglie un tempo di vacanza sereno – ho in mente le grandi valigie con libri e dizionari che letteralmente appesantiscono partenze che dovrebbero invece essere improntate sulla leggerezza e sul riposo. Il secondo è che, in questo caso, è la scuola,
gratuitamente e in modo competente e mirato, a farsi carico di dare agli studenti l’opportunità di approfondire e migliorare i loro apprendimenti.
Si sta sviluppando, negli anni, una vera e propria dipendenza da ripetizioni, che non sempre servono a migliorare e riparare le lacune in modo definitivo. Spesso servono a prendere la sufficienza del momento, superare la verifica o l’esame, senza mai risolvere davvero il vero problema. Agli studenti serve acquisire metodo e strategie di studio, rendersi autonomi e capaci di provvedere in modo adeguato alla propria formazione. Ricorrere continuamente all’aiuto esterno rischia di renderli insicuri e fragili, mai veramente certi di potercela fare e, di conseguenza, senza mai sviluppare la motivazione intrinseca, quella che porta a sperimentare, crescere, consolidarsi e rafforzarsi. Non perché qualcuno te lo imponga ma perché cresce in te il desiderio di farlo.
Oltre che rappresentare un’ingiustizia sociale – solo chi può pagare può essere aiutato nello studio e raggiungere la promozione – questo continuo andare a ripetizione rischia di convincere i ragazzi di non avere risorse sufficienti, di non essere all’altezza, anche quando, migliorando la loro organizzazione e scoprendo le loro strategie efficaci, potrebbero tranquillamente esserlo.
Forse dovremmo fermarci un attimo e ripensare a cosa significhi sostenere gli studenti nel loro percorso scolastico. Forse dovremmo ricominciare a considerare – c’è stato un tempo in cui era davvero così – che nella maggioranza dei casi la scuola deve poter bastare.
Una scuola pubblica e gratuita, che accoglie tutte e tutti, dove ritorni al centro la convinzione che tutte e tutti possano raggiungere il traguardo, mettendo a disposizione risorse e competenze affinché chi fatica di più possa trovare l’aiuto necessario, dentro e non fuori la scuola.
Buone vacanze, genitori, cercate di non pressare i vostri figli con eterne ramanzine sui compiti da fare e i debiti da riparare. E buone vacanze, figli, cercate di scoprire le potenzialità che avete dentro di voi, trovate il vostro metodo e la vostra strada.
Buone vacanze, docenti, sono consapevole di quanto impegnativo sia lavorare nella scuola, ma cercate, in questo periodo di riposo, di ritrovare le energie e la forza per realizzare l’insegnamento di don Lorenzo Milani che ammoniva: La scuola ha un solo problema: i ragazzi che perde!
Gli studenti che frequentano una, due, tre volte la settimana lezioni private sono studenti che in qualche modo ci siamo persi.
Non deleghiamo ad altri il compito di accompagnare tutte e tutti alla maturità, manteniamo alte l’attenzione e la riflessione sul fare scuola nel rispetto dei principi di inclusione e di qualità. Ne siamo capaci.
La nostra associazione organizza attività dedicate alla famiglia adottiva e a chi intende avvicinarsi al mondo dell'adozione. Organizziamo conferenze e incontri dedicati ai temi a noi cari e molte attività dedicate ai soci.
Data di pubblicazione:
Domenica, Agosto 4, 2024