Questo brano è dedicato ai capelli “afro” quelli veri, quelli che in due giorni diventano “rasta”. “Astenersi perditempo”, qui si parlerà di loro e solo di loro. Non capelli crespi, capelli afro.
Belli, grossi, corposi. Una barriera di filo spinato verso la testa.
E qui si parlerà di come una mamma con capelli biondi e lisci possa riconvertirsi alla loro cura.
Sarà perlopiù un decalogo…
1. I capelli afro sono una cosa ben precisa. Se nel mondo maschile non hanno bisogno di particolari attenzioni se non una potatina ciclica in modo da non farli mai debordare ad un livello alla Bob Marley, nell’universo femminile la loro gestione e richiede un dispendio di tempo e di soldi non irrilevante. Da cui ne discende il comma 2.
2. Non si tratta di un lusso o di una menata. La cura dei capelli afro è una necessità, pena il taglio raso dei capelli che in una bambina è comunque un atto ostile e come tale viene percepito. Nella cultura africana poi la cura dei capelli femminili è sinonimo di cura amorevole. Una bimba con i capelli al vento è una bimba trascurata, solo i maschietti possono permetterseli. Questo fatto (che avevo vagamente intuito dopo un anno con la mia figlia africana) mi è stato fatto notare ripetutamente quest’estate in Sardegna, dove sono solite uscire sulle spiagge delle donne senegalesi che acconciano di treccine le turiste. Per un paio di giorni la bimba ha avuto i capelli liberi e già al secondo erano diventati una inestricabile giungla di sabbia, stecchetti, alghe e quant’altro, mentre lei sembrava un’Angela Davis in miniatura. Le donne che percorrevano la spiaggia la vedevano e venivano a sollecitare una pettinatura consona per una bambina, il che equivale a dire “treccine”.
3. Cosa sono le treccine? Beh, sostanzialmente sono uno stoccaggio dei capelli. I capelli vengono divisi in strisce sottilissime e quindi intrecciati partendo dalla cute della testa che vien tirata enormemente (la mia bimba piange per tutto il tempo per il dolore, ma comunque chiede di andare avanti) e questo per tutta la loro lunghezza. Ciò consente di tenere i capelli in forma per circa 2 mesi ed i capelli così costretti riescono anche a crescere ed a allungarsi mentre lasciati a se stessi finiscono per rivoltarsi su se stessi ed annodarsi irrimediabilmente. Ci sono varie fogge di treccine ma hanno tutte in comune il fatto di esser fatte all’attaccatura dei capelli e lungo il cranio. Nelle ragazze più grandi (io a dire il vero le ho già provate anche sulla mia bimba) si possono fare delle extensions che sono poi trecce fatte in modo tradizionale (cioè seguendo l’andamento del capello e non del capo) ed arricchite per lunghezza con ciuffi di capelli sintetici. Anche in questo modo il capello viene tirato e cresce in linea verticale anziché spiraloide ed i capelli sono protetti da quelli sintetici. Però le extensions pesano in testa e dopo un po’ nei nodi iniziali si forma una patina bianca dal residuo di shampoo che non si riesce comunque a sciacquare mai totalmente. Per fare le treccine partendo da capelli pettinati ci vogliono circa 3 ore. Per le estensions
un’oretta in più.
4. Una volta stabilito che le treccine sono una necessità e non un vezzo, ci sono comunque dei prodotti che possono aiutare uno di quei compiti che sono comunque propri di noi mamme e cioè il pettinare i capelli tra una periodo di treccine e l’altro (pochi giorni!).
5. Intanto c’è un prodotto africano che di chiama “Das” ed è una crema di origine vegetale che addolcisce i capelli. Un’amica africana però mi ha detto che non è adatto ai bambini e che è per adulti. Inoltre ha un odore un po’ forte e mentre in inverno non si sente, in estate può dar noia perché non è un odore che tutti gradiscono. Ci sono poi prodotti della Carlson ed in particolare uno shampoo per bambine che ammorbidisce abbastanza i capelli o perlomeno li fa star buoni il tempo di una pettinata da bagnati… Ci sono poi prodotti specifici (olii profumati) di mantenimento per le treccine e per la cute che tende a squamarsi nel tiraggio. Me li hanno indicati le parrucchiere africane fiorentine da cui ho finito per portare la mia bimba a intervalli bimestrali e devo dire che funzionano e non costano un’assurdità.
6. Nei momenti di smarrimento però può accadere di doversi arrangiare con quel che c’è. Mi è venuta l’infausta idea di sfare le treccine a mia figlia mentre eravamo al mare in Sardegna. Non avevo prodotti specifici con me (dimenticavo di dire che per sfare le treccine ci vogliono circa 3/4 ore). Ho usato una bastoncino di legno per spiedini e due tubetti di vaselina (lo so non è filologicamente corretto, ma si fa con quel che c’è). Lì per lì sembrava una nuvola e quasi quasi … Il giorno dopo era di nuovo un intrico di filo spinato. Ma l’idea ancora più infausta l’ho avuta nel cercare di far fare alle signore africane le treccine in spiaggia. Dopo 5 minuti la bimba piangeva come una vite tagliata, la signora era spaventata (forse irregolare, aveva paura di grane) e volle smettere, io mi sentivo addosso lo sguardo inquisitorio delle mamme di bambine biondissime e trecciutissime perché facevo piangere la bimba per un mio vezzo….
Meglio di ogni ulteriore spiegazione però sono le foto, una dei capelli afro “nature” (ma con due tubettidi vaselina in loco) ed una dopo il trattamento da parte di sapienti mani. Fino a novembre siamo a posto!
Autore:
Laura Risaliti
Data di pubblicazione:
Domenica, Ottobre 21, 2007