Relazione del Consiglio Direttivo

  

Nella relazione dell’anno scorso avevamo anticipato quali sarebbero stati gli sviluppi della nostra Associazione a seguito dell’approvazione del nuovo statuto nell’ottobre del 2004. Ritenevamo, allora, che il nuovo strumento avrebbe favorito la trasformazione definitiva di Genitori si diventa da Associazione nata in un ambito territoriale ristretto, a una organizzazione presente in modo attivo in molte Regioni.

Voltandoci indietro ai 12 mesi appena trascorsi, possiamo dire che siamo stati facili profeti: basta accedere al nostro sito per avere un quadro d’insieme delle attività associative da nord a sud della penisola e del moltiplicarsi di luoghi dove è presente o una sezione attiva o una coppia che ha dato vita ad un punto informativo.

Poiché nel 2006 la strada tracciata verrà percorsa con ancora maggiore convinzione, ritengo importante evidenziare alcuni temi fondamentali per la vita dell’Associazione e il suo prossimo sviluppo. Inoltre, in vista del rinnovo delle cariche associative, questa relazione assume anche un forte valore programmatico per i prossimi cinque anni, nei quali il prossimo Consiglio rimarrà in carica.

 

Sezioni e punti informativi:

 

l’approvazione del regolamento da parte dell’attuale Consiglio direttivo, ha reso possibile differenziare l’attività di sezione da quella di un punto informativo. In particolare, il punto informativo rappresenta il primo passo di avvicinamento alla realtà associativa di Genitori si diventa, consentendo a un referente di cominciare a comprendere come  funziona una associazione, realizzare contatti sul proprio territorio di riferimento, provare a costruire momenti di incontro pubblico. Presso il punto informativo non ci sono soci (è richiesto unicamente al referente di iscriversi ad una delle sezioni attive) e non è prevista la tenuta di alcuna contabilità, per quanto semplificata. Questo facilita molto l’avvicinamento a Genitori si diventa e, nello stesso tempo, consente di evitare di esibire sezioni che in realtà non producono alcuna attività territoriale. Naturalmente, la trasformazione da punto informativo a sezione è possibile e incentivata in quelle realtà dove il bisogno del territorio e la disponibilità del referente rende possibile una evoluzione più complessa. Perché l’apertura di una sezione, oltre allo sviluppo di attività concrete, prevede la responsabilità di una corretta tenuta contabile, la capacità a gestire rapporti con le istituzioni locali, la disponibilità ad essere momento propositivo di iniziative di particolare rilievo. La sezione ha la possibilità di acquisire soci e ha diritto al voto (pesato in funzione del numero di soci iscritti presso la sezione) nell’assemblea nazionale. Ma soprattutto ha il compito dell’assemblea locale, momento dove si realizza il collegamento tra bisogni e organizzazione del territorio e l’organizzazione complessiva dell’Associazione. Insomma, alla sezione spetta il compito non facile di gestire una propria autonomia sentendosi (e facendo sentire chi alla sezione afferisce) parte di un sistema più ampio, complesso, importante.

Credo di non esagerare nell’affermare che la chiave del successo futuro o del fallimento dell’esperienza di Genitori si diventa sta proprio nella capacità delle sezioni di vivere l’Associazione in modo pieno trasmettendo ai soci locali questa sensazione di unità e di condivisione di principi importanti.

Ai responsabili di sezione, quindi, oltre ai doverosi ringraziamenti per il lavoro fatto finora, va l’invito a operare con sempre maggiore intensità. Essere responsabile di sezione, eletto nell’ambito dell’assemblea locale, è una responsabilità importante di cui occorre essere consci per affrontarla la meglio.

Anche per questo credo opportuno che nel corso del 2006 si dia vita a degli incontri  con i responsabili di sezione, mirati a trasmettere competenze e idee e a creare un legame forte tra realtà territoriali molto diverse una dall’altra. Una vera e propria “scuola quadri”, per garantire un’attività di volontariato sempre più di qualità.

 

La comunicazione all’esterno:

 

nel 2004, quasi per scherzo, abbiamo dato vita al nostro giornale interno. Nei mesi questo strumento è cresciuto di importanza e dal gennaio di quest’anno, grazie all’apporto di Anna Davini e Pea Maccioni, ha preso cadenza mensile. Abbiamo richiesto la registrazione della testata al tribunale di Monza, affinché non vi siano difficoltà ad una distribuzione capillare. Personalmente ho assunto la direzione della news letter, soprattutto per dichiarare in modo forte la continuità tra Associazione e giornale.

Quasi contestualmente alla spinta propulsiva sulla news letter, abbiamo costituito un ufficio stampa, affidato ad Anna Guerrieri, con la finalità di omogeneizzare la comunicazione verso l’esterno affinché i messaggi che passano sui mass-media e su tutti i luoghi di confronto del mondo dell’adozione rispondano esattamente ai contenuti propri dell’Associazione. Naturalmente questo non è assolutamente in contrasto con la possibilità per le sezioni di crearsi dei contatti propri sul territorio, strategia che va incentivata e supportata.

Come impegno personale, grazie a una opportunità offerta dall’Ordine dei giornalisti di Milano, sto frequentando un corso serale per addetti all’ufficio stampa, al fine di acquisire informazioni utili su come realizzare al meglio i comunicati stampa e per conoscere come ragiona il mondo dell’informazione. Esigenza, questa, che nasce dall’esperienza di questi anni, dalla difficoltà di essere ascoltati, dal fastidio di vedere passare sui mass-media messaggi con contenuti molto lontani da una corretta visione dell’adozione. Certo, non ci illudiamo in brevissimo tempo di correggere modi di espressione che attingono a radici culturali ed emotive troppo profonde, ma siamo certi di poter tentare di incidere in modo più significativo rispetto agli anni passati.

Infine, desidero esprimere qui un impegno dei prossimi mesi: la trasformazione della news letter in un vero e proprio giornale, prodotto su carta e inviato ai soci e agli abbonati. L’adozione merita uno strumento simile, che non sia solo espressione di una realtà associativa ma diventi punto di riferimento di chiunque si avvicini alla scelta adottiva.

 

Rapporti con le istituzioni:

 

per un’Associazione che, come la nostra, fa dell’attività territoriale un punto di forza, il rapporto con le istituzioni (Servizi delle ASL/USL o dei Comuni, Tribunali, Scuole) è un momento cruciale e irrinunciabile. Ma è anche un momento difficile dove emergono in modo forte le incomprensioni, i diversi modi di approcciarsi all’adozione, le rivendicazioni delle coppie adottive, la diffidenza verso il mondo del volontariato. Eppure alcune significative  esperienze già attive (penso a Monza, Milano, Lodi, L’Aquila, Teramo e Roma) ci raccontano che le collaborazioni sono possibili e vanno ricercate.

E’ necessario quindi che le sezioni continuino a cercare di costruire rapporti, anche quando gli inizi sono difficili e sembra che nulla si riuscirà a fare insieme. Per facilitare, si rende necessario che le esperienze positive vengano fatte circolare, sia come testimonianze dirette, sia come documentazione da mettere a disposizione di tutti. L’impegno, quindi, è a raccontare per iscritto i progetti andati a buon fine, come si sono realizzati, che approcci sono stati attuati, chi è stato coinvolto, quali competenze sono state necessarie, che risultati ha prodotto.

Quello dell’adozione è un mondo che sembra fare fatica a parlarsi. Terribili sono le incomunicabilità tra associazioni e associazioni, tra enti e enti, tra istituzioni e istituzioni.

Sono quindi fortemente convinto che stia nei nostri compiti e nei nostri obiettivi mettere in piedi tutte le necessarie strategie di avvicinamento a e tra questi mondi.

  

Sito:

 

dopo sei anni di onorato lavoro, è giunto il momento che il sito dell’Associazione venga sottoposto a una revisione completa, che lo renda strumento utile alla nuova veste che Genitori si diventa sta acquisendo. Il nuovo sito, che nascerà entro il 2006, dovrà consentire alle sezioni di poter gestire direttamente le pagine locali, pur con indirizzi condivisi a livello nazionale. Dovrà consentire a che vi accede di avere immediatamente a disposizione le attività associative ama anche tutte le informazioni che gli servono per orientarsi nel mondo dell’adozione.

Un progetto ambizioso, che ci impegnerà per mesi e dovrà coinvolgere, per suggerimenti e pareri tutti coloro che vivono pienamente Genitori si diventa.

 

Sportelli:

 

virtuali o reali che siano, gli sportelli dove è possibile avere consulenze specialistiche (dallo psicologo, all’avvocato, al pediatra) sono risultati essere particolarmente graditi alle coppie. Nel ringraziare i professionisti che, per la gran parte gratuitamente, si sono resi disponibili, ritengo opportuno indicare lo sviluppo di questi sportelli come uno degli aspetti associativi da sviluppare. In particolare invito sia i punti informativi che le sezioni a predisporre momenti di ascolto pre-definiti, dove le coppie possano trovare informazioni corrette, suggerimenti, modulistica varia, incoraggiamenti.

 

Percorsi di preparazione delle coppie:

 

questi anni di attività hanno dimostrato che uno dei grandi bisogni delle coppie è un percorso di preparazione che gli consenta di rendersi pienamente consapevole della scelta che sta per compiere. Le fasi di preparazione che l’esperienza ci permette di evidenziare sono: preparazione di base, approfondimento, coppie con figli.

Credo che a nessuno sia sfuggito che, sia le normative nazionali che i protocolli operativi regionali, hanno posto la preparazione di base delle coppie come un momento cruciale su cui si gioca, peraltro, anche la possibilità della coppia di arrivare effettivamente ad adottare. Nella preparazione di base, è essenziale la presenza di un operatore qualificato e, stante l’attuale modello di funzionamento dei servizi locali, dove la coppia viene valutata da equipe costituite da psicologo e assistente sociale, è opportuno che la preparazione di base venga affidata a psicologi con esperienza nei centri adozione.

Diverso, invece, il ragionamento sulla preparazione approfondita, che dovrà toccare temi legati all’età del bambino che entra in famiglia, la capacità di relazionarsi anche corporalmente con il bambino stesso, la costruzione dei rapporti nell’ambito della nuova famiglia. Per far fronte a queste problematiche è necessario che il percorso sia affidato a operatori che abbiano effettiva esperienza lavorativa di relazioni familiari e che, soprattutto, viva con empatia le problematiche della coppia.

Simile discorso è da farsi sul percorso dedicato a chi chiede di fare una seconda adozione, realtà sempre più diffusa tra le coppie. Con l’aggiunta che il preparatore deve avere esperienza concreta di inserimento di minori in famiglie dove è già presente un figlio.

Da quanto detto mi pare emerga una modalità che possa essere così riassunta:

nella preparazione di base, dove la coppia acquisirà contenuti e riflessioni che dovrà riportare in prima battuta sui servizi locali, è importante che il preparatore conosca la realtà locale e sia apprezzato;

nella preparazione di approfondimento, poiché i contenuti si spostano su una maggiore concretezza e soprattutto su modalità relazionali dei Tribunali (che sempre più spesso si trovano nella necessità di abbinare minori di età superiore ai cinque/sei anni), diventa importante che il preparatore conosca le problematiche del Tribunale stesso e crei le condizioni per permettere alla coppia di comprendere le difficoltà che possono emergere a fronte di proposte di abbinamenti più complessi;

la preparazione per le coppie che chiedono di adottare un secondo figlio non può assolutamente essere lasciato a operatori con esperienza solo teorica. E l’esperienza richiesta dovrebbe tenere conto anche di attività lavorativa che abbia condotto a gestire la costruzione di relazioni familiari complesse e a rischio di rottura.

 

Parliamone pre e parliamone post:

 

nel filone delle diverse attività svolte in molte sezioni, i parliamone, sia pre che post, rivestono un carattere fondamentale. Veri e propri gruppi di mutuo aiuto rispondono all’esigenza delle coppie di avere un momento di confronto con altre coppie, magari più avanti nel percorso.

Chi ha già iniziato queste attività sa che mentre i gruppi pre vedono la frequenza di numerose coppie e che la gestione può essere anche fatta da una coppia esperta, i gruppi post richiedono molta più pazienza perché prendano piede e, soprattutto, necessitano di un operatore esperto che riesca a raccogliere e approfondire i temi emersi dalle coppie adottive, che devono avere la percezione di essere aiutati a comprendere meglio i comportamenti dei figli e a leggere con maggiore chiarezza le proprie reazioni.

Per il 2006 è opportuno che tutte le sezioni provvedano ad impostare i parliamone pre e che le sezioni che siano più avanti nell’organizzazione comincino a ipotizzare la costruzione dei post.

Trattandosi tra le attività più semplici da iniziare, mi pare di poter invitare i punti informativi a progettare la costituzione di questi gruppi, dove l’unica risorsa necessaria (oltre, evidentemente, allo spazio fisico) è una coppia che abbia già realizzato il percorso adottivo.

Poiché ritengo opportuno che i coordinatori di questi gruppi condividano le esperienze, credo che nel 2006 debbano essere previsti incontri mirati sul tema.

  

Nel concludere questa relazione, auguro al nuovo Consiglio, che avrà davanti cinque anni di attività e di programmazione, di continuare sulla positiva strada finora percorsa realizzando una sempre maggiore coesione tra realtà territoriali tanto diverse tra di loro ma unite dal comune desiderio di lavorare per una crescita del mondo delle adozioni e auguro alle sezioni di poter ottenere successi ancora superiori a quelli ottenuti nel 2005. infine, ai punti informativi auguro di trasformarsi presto in  sezioni attive.

                                                       

                                                                           Il presidente

                                                                      Dr. Antonio Fatigati