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IL RUOLO DELL’ATTACCAMENTO E DEI MODELLI OPERATIVI INTERNI NELLA CRESCITA DEL BAMBINO

A cura di: Viviana Rossetti 
Data: 06-09-2008
Argomento: Attaccamento

Secondo la teoriadell'attaccamento il modo in cui la figura materna risponde alle richieste diattaccamento del bambino è essenziale per lo stabilirsi di uno specificomodello di attaccamento e per lo sviluppo della sua sicurezza di base e delleaspettative circa gli altri e il mondo circostante.

Questo significa che leinterazioni precoci madre-figlio hanno un ruolo determinante per la crescitadel bambino e influiscono sullo sviluppo della sua personalità e dei suoimodelli comportamentali.

Bowlby afferma che fin dal primo anno di vita il bambinocostruisce, attraverso le esperienze relazionali precoci con figuresignificative, rappresentazioni mentali abbastanza stabili di sé e dell'altro:i modelli operativi interni, rappresentazioni cognitive della relazionegenitore-bambino, che servono per percepire, valutare e organizzare leinformazioni collegate all'attaccamento e per pianificare le azioni future,influenzando il modo in cui la persona comprende, interpreta e reagisce allesituazioni.

È basandosi sui suoi modelli operativi interni che ilfanciullo sviluppa aspettative su di sé, su quanto sia meritevole o indegno, esugli altri, sulla loro eventuale disponibilità a fornire cure e protezione.

Alcunicomportamenti di un bambino adottato possono, perciò, risultare incomprensibiliagli occhi del genitore, in quanto risalgono allo stile di attaccamentoesperito in passato: se i genitori sono stati esperiti e rappresentatimentalmente come persone in grado di fornire esperienze gradevoli, il bambinosi aspetterà che anche gli altri saranno altrettanto disponibili.

Se, invece, ha vissuto situazioni di indisponibilità, diincostanza e di rifiuto, tenderà a formulare aspettative simili sulcomportamento delle persone che incontrerà nel suo percorso evolutivo, rendendopiù difficile stabilire relazioni di intimità: infatti propenderà perinterpretazioni delle azioni altrui in termini di ostilità e rappresenterà sestesso come una persona indegna e immeritevole, incapace di elicitareattenzioni appropriate e cure da parte della figura di attaccamento.

Là dove la figura di attaccamento non sia statasufficientemente responsiva, ma rifiutante, il bambino formerà un modellomentale del Sé come di un individuo non degno di essere amato e confortato,mentre la figura di attaccamento sarà rappresentata come una persona da cui nonaspettarsi niente. Queste aspettative verranno poi estese a tutte le figureaffettive che si incontreranno nel corso della vita.

 

Lericerche hanno trovato delle differenze nella formazione dei modelli operativiinterni secondo i tipi di abuso esperiti.

I bambini maltrattati fisicamente si costruiranno modellibasati su idee di potere e coercizione: trovandosi raramente in una posizionedi dominio svilupperanno rappresentazioni di se stessi come persone incapaci eindegne, in cui la rabbia è l'emozione dominante.

L'attaccamento che si forma con la madre èprevalentemente di tipo insicuro: il piccolo non ha fiducia nelle capacitàmaterne di fornire cure sensibili e rispondenti ai suoi bisogni, perciò mostraun comportamento evitante, non richiedente supporto.

Ciò aumenta le probabilità di rifiuto e la rabbia maternapoiché il bambino, avendo esperito un fallimento nella costruzione di un legamecon la madre non riesce ad emettere segnali adeguati per mantenere il rapporto:le propone, infatti, un comportamento incoerente, in cui mescola insiemetattiche di avvicinamento e reazioni di evitamento.

 

Ifanciulli trascurati si formeranno dei modelli legati alla mancanza disensibilità del caregiver e alla propria inefficacia nell'ottenere cure eattenzioni, in cui la disperazione è l'emozione prevalente.

Il tipo di attaccamento sviluppato dai bambini vittima dinegligenze è principalmente di tipo insicuro, con prevalenza della formaansioso evitante, in cui le conseguenze della mancata disponibilità emotivadella madre proseguiranno anche nelle età successive: a quattro, cinque anni,infatti, colpiscono per le loro caratteristiche di impulsività, dipendenza,ostilità e aggressività verso i compagni.

I bambini trascurati desiderano la vicinanza della figuradi attaccamento quando sono ansiosi e spaventati ma, avendo imparato che leloro madri non rispondono ai segnali e sentendosi incapaci di comunicare ipropri bisogni e di attrarre la loro attenzione, intensificano le proprierichieste di vicinanza, diventando così una fonte di stress per il genitore.

Se la madre risponde con riluttanza al comportamento divicinanza del figlio, questi svilupperà un attaccamento ansioso: cioè diventeràapprensivo, poco fiducioso negli altri, incapace di separarsi dalla figura diattaccamento e poco attento ai problemi altrui.

 

Infine i bambini sia maltrattatisia trascurati, avendo esperito un ambiente estremamente incoerente, sicostruiranno modelli che rappresentano i genitori come persone ostili eimprevedibili, mentre immagineranno se stessi come indegni e vulnerabili. Leemozioni dominanti sono, in questo caso, la rabbia e la paura.

Disolito il piccolo non possiede alcuna strategia di coping coerente, tende amescolare contraddittoriamente comportamenti sia di vicinanza sia di evitamentoe quando, dopo la separazione, si riunisce alla figura di attaccamento appareconfuso e disorientato, quasi congelato, a causa del conflitto fra i duedesideri opposti di approccio e di lontananza. Il conflitto che attanaglia ilbambino sembra essere irrisolvibile, in quanto il genitore, che teoricamentedovrebbe essere la sua fonte di protezione, rappresenta anche un potenzialepericolo.

Spesso,inoltre, per affrontare l'ansia e i problemi legati all'attaccamento, ilpiccolo inizia inconsapevolmente ad escludere certe percezioni ed esperienzecon il rischio di avere una percezione distorta della realtà.

 



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