Ufficio stampa

ADOZIONI: GIOVANARDI, VERGOGNOSA POLEMICA SU MISSIONI ESTERO (V. 'ADOZIONI: ONLUS LASCIA COMMISSIONE...' DELLE (ANSA) - ROMA, 27 NOV - «Nessuno dei rilievi che fa l' associazione 'Genitori si diventà è mai stato sollevato in Commissione per le adozioni internazionali». Lo afferma il presidente della Commissione, sottosegretario Carlo Giovanardi, alla notizia che l'associazione intende lasciare la stessa Cai perchè in disaccordo con l'impostazione operativa. «Voglio ricordare - osserva Giovanardi - che io ho trovato questa commissione, è stata nominata dal precedente governo; quindi, non c'è una questione di schieramento politico. E poi, i rilievi che fa il presidente dell'associazione esulano dalle competenze dalle Commissione». Cosa c'entra la Cai - precisa - se un ente decide di andare a lavorare negli Usa? Fra l'altro - tiene a dire Giovanardi - «ho sempre apprezzato il contributo attivo e partecipato che il rappresentante dell'associazione ha portato alla Commissione». Il sottosegretario critica però duramente la posizione assunta da Gsd sulle missioni diplomatiche della Cai: «trovo squallido e vergognoso che si faccia polemica su tre grandi eventi in cui le autorità di tre paesi, fra i quali la Federazione Russa, hanno incontrato le famiglie italiane che hanno adottato bambini in quei paesi. Sono stati incontri di festa per i quali ancora stiamo ricevendo riconoscimenti e ringraziamenti da parte delle famiglie. Ma non solo. Giustamente i governi dei paesi dove si adottano bambini hanno il diritto di verificare come sono trattati. E noi abbiamo il dovere della massima trasparenza nei loro confronti. In questi incontri - conclude Giovanardi - hanno potuto toccare con mano l'amore e il calore con i quali crescono i bambini nelle famiglie italiane».

Fin qui le dichiarazioni del se . Giovanardi rilasciate all'ANSA. Dopo averle lette ci chiediamo: ma il Presidente della CAI conosce le competenze della Commissione che presiede? E pensa davvero che esibire i bambini sia il modo migliore di rispondere alle esigenze (legittime) dei Paesi da cui provengono i nostri figli?