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Riflessioni a seguire dei convegni dedicati al tema scuola e adozione a Roma e L'Aquila – Ottobre 2014

A cura di:  Anna Guerrieri
Data: 30-10-2014
Argomento: Scuola

La realtà dell’adozione è ampiamente diffusa nella nostra società e chiaro è il suo valore quale strumento a favore dell’Infanzia e come contribuisca alla crescita culturale e sociale del nostro Paese. Tramite l’adozione, infatti, viene realizzato un diritto fondamentale dei bambini, quello di avere una famiglia. Le famiglie che adottano sono famiglie differenti che danno voce a figli che vengono da storie differenti. Come associazioni famigliari raccogliamo queste voci e queste storie da tanto tempo e, grazie all’esperienza che maturiamo nell’ascolto e nel sostegno praticato in centinaia di interventi in tutta Italia (gruppi di mutuo aiuto, convegni, iniziative culturali), sentiamo il dovere di portare all’attenzione delle Istituzioni le necessità delle famiglie stesse e quindi dei bambini e dei ragazzi adottati. L’adozione, certamente, interroga una società ancora poco abituata a credere nella forza delle differenze e viceversa molto abituata a escludere chi è percepito come “altro”, usa a pensare gli affetti famigliari come fondati sul legame di “sangue”, poco capace di immaginare la famiglia come luogo dei legami e degli affetti indipendentemente da come si forma o da che storia si porta alle spalle.


La Scuola è naturalmente uno dei contesti che più interessa le famiglie adottive, perché la scuola rappresenta l’ingresso in società dei figli, ingresso spesso coincidente col formarsi della famiglia stessa. La scuola è il luogo dell'insegnamento e dell'apprendimento, luogo dove si cresce e si impara a conoscere attraverso il fiorire delle buone relazioni (relazione tra allievi e insegnanti e relazione tra pari). Sono quelle relazioni, quegli eventi vissuti assieme, quelle scoperte fatte in gruppo, quelle discussioni vissute in classe che rendono l'epoca della scuola indimenticabile per ognuno di noi. E’ nelle classi che si formano i cittadini dell’Italia dei prossimi anni ed è lì che i bambini adottati portano le proprie differenze, si scontrano con la realtà sociale ma anche la modificano e modellano, lasciando un'impronta di grande portata. I bambini e i ragazzi adottati sono il segno di un’Italia che cambia per davvero e capillarmente.


Con la scuola, da tanti anni, le associazioni familiari lavorano soprattutto per la consapevolezza che i bambini appena arrivati in famiglia abbiano bisogno di sentirsi accettati, accolti nel loro nuovo sconosciuto mondo senza suscitare stupori. Per la scuola si tratta quindi di essere informati su realtà che altrimenti sono nuove e difficili da comprendere nella loro interezza.


Le criticità rilevate dalle famiglie sono state le seguenti:

  • Gestione delle fasi di primo ingresso dovendo affrontare la possibilità di inserimento in corso d'anno e la decisione della classe d'inserimento, inclusa la possibilità, in casi particolari, di poter permanere un anno in più nella scuola dell'Infanzia.

  • Gestione dei dati sensibili per quei bambini che essendo in affido pre-adottivo a “rischio giuridico” continuano a mantenere per lunghi periodi i cognomi dei genitori di origine.

  • Parlare di adozione in classe: che parole usare per parlare del prima e del dopo, come veicolare il concetto di adozione e soprattutto come porsi davanti a ciò che l'adozione ha reso necessaria, ossia l'abbandono.

  • Insegnamento della storicizzazione ai bambini della scuola Primaria e gestione della storia personale dei bambini adottati.

  • Possibili difficoltà negli apprendimenti.

  • Rapporti in classe con gli insegnanti e tra pari.

  • Gestione delle età presunte di quei bambini che provengono da paesi dove non è garantita una capillare registrazione all'Anagrafe e che possono avere uno, due, talvolta tre, anni in più dell'età dichiarata su carta.

  • Gestione delle fasi di passaggio nei vari ordini scolastici.

  • Comprensione della reale portata delle eventuali crisi durante le fasi dell'adolescenza con rischio di grandi difficoltà scolastiche e di abbandono scolastico.


Un corretto percorso di inserimento scolastico costruito a partire del livello di maturazione psicologica e affettiva del bambino adottato che parta dal saper “vedere” prima di tutto la sua storia riconoscendone le specificità è fuor di dubbio fondamentale. Molto lavoro in tal senso è stato già fatto proprio a partire da un lungo confronto con le Istituzioni e vale la pena ripercorrere alcune tappe.


Il punto di partenza è certamente stato il confronto tra Genitori si diventa Onlus e l'USP di Milano che ha portato ad una prima richiesta di incontro con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR): http://www.genitorisidiventa.org/documenti/609_dossieperministerofinale.pdf.


Tale richiesta ha fatto si che il 18 Aprile 2011 il Direttore Generale del Dipartimento per l'Istruzione del MIUR - Direzione Generale per lo Studente, l'Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione – firmasse il decreto di nascita del gruppo di lavoro per lo studio delle problematiche riguardanti l'inserimento scolastico dei minori adottati e in condizione di affidamento temporaneo etero famigliare. L'attività del gruppo venne finalizzata alla redazione di norme e/o direttive nazionali attinenti alle più adeguate modalità di accoglienza scolastica di tale tipologia di allievi:

http://www.coordinamentocare.org/public/index.php/gruppo-di-lavoro-miur-scuola-e-affido/98-nasce-il-gruppo-di-lavoro-del-miur-su-scuola-adozione-e-affido.html


Tale gruppo includeva il Coordinamento delle Associazioni familiari adottive e affidatarie in Rete (CARE), di cui Genitori si diventa faceva parte e che aveva contribuito a fondare.


La prima azione di questo gruppo fu la pubblicazione dalla Nota 3484 dell'11 Giugno 2012, inviata a tutti gli Uffici Scolastici Regionali e avente per oggetto la rilevazione e studio delle problematiche educative connesse all'inserimento scolastico dei minori adottati. Il Gruppo di lavoro nazionale intese così acquisire ogni utile informazione riguardante le buone prassi già attuate nelle scuola: http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/alfresco/d/d/workspace/SpacesStore/372f4201-2bce-4ef4-9082-de4deeeb3a57/prot3484_12.pdf.


Il 26 Marzo 2013 venne firmato il Protocollo d'Intesa fra il MIUR e CARE: http://www.coordinamentocare.org/public/images/15aprile2013/protocollo%20miur.pdf.

Il 13 Giugno 2013 venne infine costituito l’apposito gruppo di lavoro previsto dal protocollo MIUR CARE che così entrò nella sua fase di operatività con l'intento di redigere finalmente Linee di Indirizzo nazionali. E' grazie al lavoro di questo gruppo che nel Febbraio 2014 uscì la Nota sulla flessibilità d'ingresso: http://www.coordinamentocare.org/public/images/Deroga_alunni_adottati__Chiarimenti.pdf.

Entro l'estate 2014 venne portata a compimento la stesura delle LINEE DI INDIRIZZO PER FAVORIRE IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI ADOTTATI grazie all'ausilio di tecnici esperti del settore. Sono queste le Linee di Indirizzo che Ministro Giannini si è impegnato alla firma in una riunione pubblica avvenuta il 13 Ottobre 2014: http://www.coordinamentocare.org/public/index.php/news/360-fonags-incontro-con-la-ministro-giannini.html.

Tanti sono i temi emersi nella lavorazione di questo importante documento a partire da ciò che riguarda la scuola Primaria per arrivare alle scuole Secondarie di primo e secondo grado proponendo prassi concrete per affrontare tutte le criticità sopra elencate.

Per quel che riguarda l'adozione internazionale, particolare enfasi è posta nella buona gestione delle fasi di primo ingresso ed accoglienza utilizzando gli strumenti approntati dal MIUR, su istanza delle associazioni familiari, allo scopo di garantire una giusta flessibilità per bambini arrivati da poco o in corso d'anno. In particolare ci si è basati sulla nota MIUR Prot. N. 547 del 21/2/2014 – Deroga all’obbligo scolastico di alunni adottati – che invita i Dirigenti Scolastici, “qualora si trovino in presenza di situazioni riguardanti alunni che necessitano di una speciale attenzione, a porre in essere gli strumenti e le più idonee strategie affinché esaminino i singoli casi con sensibilità e accuratezza, confrontandosi, laddove necessario, anche con specifiche professionalità di settore e con supporto dei Servizi Territoriali, predisponendo percorsi individualizzati e personalizzati. Solo a conclusione dell’iter sopra descritto, inerente casi eccezionali e debitamente documentati, e sempre in accordo con la famiglia, il Dirigente Scolastico – sentito il Team dei docenti – potrà assumere la decisione, in coerenza con quanto previsto con l’articolo 114, comma 5, del d.lgs n. 297/1994, di far permanere l’alunno nella scuola dell’infanzia per il tempo strettamente necessario all’acquisizione dei pre-requisiti per la scuola primaria, e comunque non superiore ad un anno scolastico, anche attraverso un’attenta e personalizzata progettazione educativa”.


Per quel che riguarda l'adozione nazionale è stata ad esempio analizzata una strategia di gestione dei dati sensibili dei minori nelle fasi in cui il processo di adozione non è ancora concluso (fase del così detto affidamento a Rischio Giuridico) quando il bambino mantiene ancora i dati anagrafici originari ma risulta allo stesso tempo presso il domicilio degli adottanti, ed una non attenta gestione dei dati anagrafici nelle fasi dell'iscrizione e dell'approntamento delle documentazione scolastica potrebbe porre un reale rischio di tracciabilità del minore stesso e della famiglia a cui è stato assegnato.


Concetto centrale a tutto il documento è quello del rendere il più agevole possibile il dialogo scuola-famiglia e di agevolare tutto il lavoro di rete a sostegno della dei bambini curando i rapporti tra famiglia, scuola, servizi pubblici e privati. Una buona prassi suggerita (già attuata in molti territori) è quella di identificare insegnanti di riferimento che siano punti di riferimento per i genitori ma che siano soprattutto in grado di affiancare i Dirigenti nei primi colloqui con le famiglie, formati a sapere quali siano i dati importanti da raccogliere e come aiutare nelle fasi di primo ingresso, come anche in grado di sostenere i colleghi, quando necessario, nel comprendere le specificità degli alunni adottati.

Il lavoro da fare è tanto ma tanto è stato fatto e bisogna riconoscere che è stato fatto proprio grazie all'impegno delle famiglie.

 





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