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La risposta del referente



Sportello virtuale: GSD Scuola

Titolo: Aiuto scuola

Domanda:

Buongiorno, sono mamma da circa un anno, ho adottato un bambino di 15 anni dopo varie peripezie. Nel 2014 ho scritto mio figlio a scuola in prima media, poiché troppo grande per poter frequentare le scuole elementari. Ora frequenta la seconda ma ho ancora grosse difficoltà con quasi tutte le materie scolastiche poiché non conoscendo la grammatica e l'italiano tutto diventa difficile. Mio figlio passa l'intero pomeriggio al doposcuola per aiuto compiti, ha tanta buona volontà e ci mette tanto impegno ma ahimè memorizza molto poco e con molta difficoltà. Cos'altro posso fare o a chi posso rivolgermi per riuscire a farlo integrare pienamente a scuola. Una sua domanda ricorrente è: mamma perché io non studio le stesse cose dei miei compagni o perché gli insegnanti non mi danno gli stessi compiti, io sono intelligente come gli altri? Gli ho spiegato che gli unici suoi problemi sono legati alla lingua ma credo che si stia complessando un po'. Datemi un consiglio.

Risposta inserita da Gloria Joriini il

Cara Signora, sicuramente il suo ragazzo sta vivendo un momento complicato sotto vari punti di vista. Ha 15 anni ed è inserito in seconda media, cioè è più grande degli amici coi quali vive il percorso scolastico, ma ha molte più difficoltà di loro ed è questo aspetto che lui bene comprende e che gli fa nascere quei dubbi sulle sue capacità e quindi sul suo modo di essere e di essere accettati dagli altri, sia coetanei che adulti. Mi sembra,da quanto scrivete, che il ragazzo sia già seguito nei compiti a casa, ma occorre anche che la scuola riconosca le sue difficoltà linguistiche e che calibri sia la quantità di compiti richiesti, sia la qualità delle lezioni da studiare. Non so da quale paese arrivi suo figlio, ma sicuramente il passare dalla sua lingua materna all’italiano ed utilizzarlo come lingua dello studio è una enorme difficoltà di cui la scuola deve tener conto.

Due sono allora i suggerimenti :

1)        Immagino che la scuola abbia già preso in considerazione una attestazione di Bisogni Educativi Speciali per suo figlio, il che significa un patto didattico-educativo che impegna scuola e famiglia in un percorso ad hoc, calibrato sui bisogni del ragazzo e che gli permetta di affrontare delle difficoltà superabili in un tempo prestabilito. Occorre che la scuola preveda un carico di lavoro sostenibile e faccia attenzione nelle fasi di valutazione: diversamente si chiede all’alunno uno sforzo smisurato per stare al passo con la programmazione della classe e si innescano meccanismi di autovalutazione in cui non ci si sente mai adeguati.

2)        Proprio per quest’ultimo aspetto, che lei già evidenzia, le suggerirei anche di rivolgersi ad uno specialista, ad un bravo psicologo che possa seguire il ragazzo individualmente in un percorso che riguarda la sua identità, in un momento molto delicato quale quello dell’adolescenza, in cui sono preoccupati di capire chi sono, si trasformano e si rimettono in gioco rispetto a quello che erano prima, a quello che stanno vivendo ora e al loro futuro.

 

Sperando di avervi aiutato almeno un po’, vi auguro buona continuazione.   Gloria  Joriini                




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