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Informazione del 29-04-2015



Titolo: Ecco come trovare i genitori su Facebook può cambiare la vita
Fonte: Il sole 24 ore

di Chiara Zamin

«Fin da piccola sapevo di essere stata adottata. Conoscevo il nome di mia madre, sapevo che alla mia nascita aveva 17 anni e che ero nata nel Queens (NY). Un giorno ho provato a cercarla su Facebook e lei mi ha risposto subito. Per la prima volta nella mia vita mi sono sentita una persona vera». A raccontare a cuore aperto l'incontro commuovente con la madre naturale è una teenager americana, Jessie Wachtel, che su "Motherlode" di Lisa Belkin, un blog del New York Times, spiega come il fatto le abbia cambiato la vita. 

 

Cercare le proprie origini utilizzando i social network è oramai un fenomeno diffuso. Se un tempo negli Usa la scoperta del proprio passato famigliare era un processo lento che veniva sorvegliato e tutelato dai genitori adottivi in collaborazione con le autorità giuridiche e istituzionali, nell'era di internet accade che si riesca a bypassare la lunga trafila burocratica semplicemente con un pc e un po' di fortuna.
Terri Barber, mamma di nascita di Alexander Dorf - un altro teenager che racconta la sua esperienza umana sul noto blog del New York Times- decide un giorno di mandare a suo figlio un messaggio su Facebook chiedendogli conferma del cognome dei genitori adottivi. Inaspettatamente Alex ritrova la madre naturale e da quel momento, racconta, inizia per lui un'avventura umana ricca di sorprese inaspettate, tanto che arriverà a ringraziare Facebook per avergli fatto incontrare la donna che lo ha messo al mondo Per l'autrice del blog americano, Lisa Belkin, internet sta letteralmente rivoluzionando ogni aspetto dell'adozione. Lo confermano i casi più svariati, che scaturiscono dall'utilizzo del web. Può capitare ad esempio di trovare un messaggio postato da una coppia desiderosa di avere un figlio che cerca madri intenzionate ad affidarlo a terzi, oppure figli adottivi non riconosciuti, ansiosi di conoscere il loro passato, che fanno un appello affinchè la loro madre naturale risponda.

 

Il fenomeno riguarda anche l'Italia (da non sottovalutare il fatto che il nostro Paese si qualifica secondo come numero di adozioni a livello mondiale, preceduto soltanto dagli Usa). Recentemente una ragazza italiana ha inserito su youtube un video musicale con testi, intitolato "Alla ricerca dei genitori biologici". Rivolgendosi alla sua madre naturale la ragazza scrive: "se il 5 ottobre 1981 ti ricorda un evento importante contattami". "Il mio scopo non è crearti problemi ma conoscere me stessa, le mie origini, la mia sensibilità". E poi la ragazza fa una supplica: "Non togliermi anche questa possibilità". 

 

Su Facebook è nato un gruppo: "La punizione dei 100 anni", una community di persone che lottano per modificare la legge italiana secondo la quale i figli non riconosciuti possono accedere a informazioni sull'identità dei genitori, soltanto al compimento dei 100 anni di età, a differenza dei figli adottivi riconosciuti che possono risalire alla loro famiglia d'origine all'età di 25 anni. 
Sulla homepage di questa community si trovano annunci espliciti del tipo: "Sto cercando una signora di nome....nata a ...nel... avrebbe partorito all'ospedale di.... . Se qualcuno avesse notizie potrebbe inviarmi un messaggio?"

 

«È naturale che una persona si chieda chi è e da dove viene, sono interrogativi che fanno parte del processo di formazione della propria identità », dichiara Rosa Rosnati, docente di Psicologia dell'Adozione dell'Università Cattolica di Milano e autrice del libro "Il legame adottivo" edito da Unicopli, Milano. Secondo lo studio di Rosnati, l'adulto adottato che fa famiglia, sviluppa nel corso della vita un crescente interesse per le sue origini. L'interesse aumenta soprattutto quando vengono diagnosticate delle malattie ereditarie o quando si desiderano interpretare le somiglianze dei propri figli. «È evidente tuttavia che rispetto a quanto sta accadendo nel web, è necessario introdurre nuove regole e normative che tutelino maggiormente i minori adottati», dichiara Rosnati.

Qualcuno ricorderà il caso scioccante avvenuto alcuni anni fa negli Usa. Aimee L. Sword, 36 anni, una donna di Detroit, nel 2008 ritrovò suo figlio attraverso un social network. Quando lo incontrò per la prima volta, Sword se ne innamorò perdutamente. La relazione si trasformò in un rapporto amoroso a carattere sessuale. La madre venne successivamente condannata per incesto.

Fonte: Il sole24 ore 




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