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Informazione del 06-04-2016



Titolo: “No a speculazioni sulla pelle dei bimbi ora le adozioni tornano a crescere”
Fonte: Repubblica +

di Maria Novella De Luca

ROMA.
Per mesi è rimasta in silenzio. Lavorando nell’ombra. Cercando di riportare trasparenza in un settore, offeso, dice, «da troppe opacità negli ultimi anni». Accusata di immobilismo, di “metodi polizieschi” da una parte degli enti autorizzati, attaccata, ma anche difesa da molti aspiranti genitori, oggi il magistrato Silvia Della Monica, presidente della Commissione adozioni internazionali, alla vigilia dell’atteso arrivo dei bimbi del Congo, ha deciso di parlare. «Ho affrontato situazioni durissime nel mio lavoro, dalla lotta al mostro di Firenze con Vigna, alle guerre di mafia con Falcone. Ma in questa commissione si decide del futuro di bambini che hanno già subito abusi e abbandoni. Per questo si deve essere rigorosi, senza sconti per nessuno. Il rischio è farsi dei nemici, lo so, ma ci sono abituata». E confessa: «Oggi questo incarico mi coinvolge umanamente più di quanto pensassi».
Dalla sede che si affaccia sul verde di Villa Borghese, Della Monica, classe 1948, consigliere di Cassazione, eletta alla Commissione adozioni (Cai) nell’aprile del 2014, racconta due anni in trincea.
Presidente, una parte degli enti la accusa di aver bloccato il percorso “virtuoso” delle adozioni in Italia.
«Ci sono molti più enti, e tra i più importanti, che in una lettera mi hanno appena ribadito il loro sostegno. L’adozione sta cambiando e in tutto il mondo c’è stato un calo. E invece noi restiamo un Paese leader nell’accoglienza dei bambini».
Però gli ultimi dati dicono il contrario. E la commissione non ha ancora pubblicato quelli relativi al 2014-2015.
«Le nuove statistiche verranno rese note entro la fine del mese. Ma posso già anticipare che per la prima volta i numeri ricominciano a crescere».
Lei è stata accusata di non aver fatto abbastanza per sbloccare la situazione dei bambini bloccati in Congo.
«Ad oggi tutte le procedure sono state sbloccate e i bambini verranno accompagnati nel nostro Paese al più presto. Abbiamo lavorato in silenzio giorno e notte, tenendo però costantemente informate le famiglie. Non abbiamo perso un giorno. Alla conferenza dell’Aja, nel giugno del 2015, il Congo ha proprio portato ad esempio la trasparenza delle procedure italiane. Adesso quello che conta è che i bambini arrivino. Niente altro».
Dal suo insediamento lei non ha mai riunito la Commissione.
«Prima di tutto perché, per lavorare, la Commissione non ha bisogno di sedute plenarie, ma soprattutto perché esiste un conflitto d’interessi».
Ci spieghi.
«La Commissione adozioni ha il compito di tutelare e sovrintendere sull’operato degli enti autorizzati. Al mio arrivo ho trovato che all’interno della Commissione, seppure in modo indiretto, erano presenti enti che non dovrebbero invece partecipare ai lavori».
Il controllato che sorveglia il controllore?
«Esattamente. Riunirò la commissione quando avrò sanato questa anomalia».
E ne ha trovate altre?
«Sì, non lo nego. Ci sono enti che si comportano bene e altri che hanno avuto gestioni discutibili. Sia sul fronte economico che rispetto al rigore delle procedure adottive. Io sto cercando di ripristinare la legalità. Anche sottoponendo gli enti a vigilanza e controlli».
La accusano di metodi polizieschi.
«Pazienza. Le gestioni precedenti hanno usato in modo scriteriato i fondi della Commissione. Per questo migliaia di famiglie sono rimaste senza rimborsi. Con i fondi del 2016 potremo iniziare, in parte, a sostenere di nuovo le coppie».
I soldi, appunto. La Cai deve rimborsare molti progetti di cooperazione?
«Attenzione. Quanti di quei progetti di cui oggi gli enti chiedono il rimborso sono stati effettuati davvero? Quale rigore nelle spese? Soltanto quando avrò tutti questi elementi si potrà procedere ai rimborsi».
E i rapporti internazionali?
«Non ci sono Paesi in attesa. È falso. Abbiamo nuovi eccellenti rapporti con la Bielorussia, con il Cile, la Cina, la Federazione Russa. Con la Cambogia gli accordi sono già sottoscritti, stiamo aspettando che emanino i decreti attuativi della loro nuova legge sulle adozioni. In Burundi le trattative sono avanzate, ma la guerra civile sta rendendo tutto più difficile».
Cosa direbbe oggi a una coppia che vuole adottare?
«Di andare avanti. Di avere fiducia. Però si devono affidare a un ente serio. È l’unica vera garanzia ».
“Nuovi accordi con Cina Russia, Bielorussia e Cile Con Cambogia e Burundi siamo molto avanti” “Ci sono enti che hanno avuto gestioni discutibili Saccheggiati i fondi per i rimborsi alle famiglie”
MAGISTRATO

Silvia Della Monica, da aprile 2014 presidente della Commissione adozioni internazionali 

 

Fonte: Repubblica  




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