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La costruzione di un amore: scegliere l’adozione, sostenere le famiglie adottive

A cura di:  Anna Guerrieri
Data: 27-08-2015
Argomento: Parlare di adozione

I contenuti portati da Genitori si diventa Onlus durante la tavola rotonda tenutasi al convegno "Adozione internazionale in cerca di futuro. La scelta politica dell’accoglienza”, organizzato da Amici dei Bambini a Gabicce sono parte di quanto segue:

 

Sino a che in Italia e nel mondo esisteranno bambini e bambine in stato di abbandono lo strumento dell’Adozione ed in particolare quello dell’Adozione Internazionale saranno fondamentali per realizzare il diritto di ogni bambino ad avere una propria famiglia. E’ quindi nostro dovere far si che l’Adozione sia posta, una volta per tutte ed in modo permanente, al centro dell’attenzione della società civile, delle Istituzioni e della politica con chiarezza e positività. La storia della famiglia che adotta ha a che fare con la costruzione di un amore, un amore che è linfa vitale da mettere a disposizione a favore dei bambini e delle bambine in attesa in Italia e nel mondo. E’ solo attraverso adozioni realizzate con cura, in modo trasparente ed etico che viene riparato l’enorme danno inferto ai troppi bambini e bambine in stato di abbandono. Gli anni di esperienza con l'associazionismo famigliare insegnano, con umiltà, che prestando ascolto a chi vive l’adozione si possono individuare strategie utili ed efficaci. Esempio di buona prassi sono le Linee di Indirizzo per il diritto allo studio degli alunni adottati. Vorrei immaginare che un simile tipo di lavoro si possa fare ancora!

La difficoltà e l'isolamento vissuti da chi ha adottato e fronteggia, a volte, situazioni molto complesse, la confusione, l'incertezza e l'attesa accidentata di troppi che desiderano adottare dicono quanto sia urgente agire concretamente ed agire subito. Mancano i dati relativi all'adozione internazionale 2014 e manca l'andamento di questi primi 8 mesi del 2015. Sono mancanze importanti per chi si occupa di Adozione Internazionale e per chi vuole progettare strategie a favore delle famiglie, ma non possiamo più aspettare i dati, è necessario affrontare il presente così come è e mettere a disposizione, ognuno di noi, idee, esperienze e competenze. Iniziamo con il non dirci più solo i problemi ma provando ad immaginare soluzioni. Alcune saranno ingenue o impossibili, alcune poco praticabili ma abbiamo il dovere di volare alto e di farlo subito se non vogliamo continuare ad assistere al perpetuarsi di uno stato di confusione e disinvestimento.

Dunque a partire da quanto fatto e detto da tanti anni di associazionismo di base e di attività pre e post adottive, ecco alcune ipotesi di lavoro sull'adozione internazionale, a piccoli passi, partendo dal concreto e dal quotidiano.


Prima dell'Adozione:


Le coppie che devono dare mandato ad un Ente Autorizzato per l'Adozione Internazionale si trovano davanti una grande pluralità di soggetti differenti tra loro, molto diversificati anche nel solo dare le informazioni. Dopo 15 anni tale diversificazione appare eccessiva e sintomo di un sistema opaco e confuso. Ad esempio, i siti degli Enti Autorizzati dovrebbero tutti riportare in modo trasparente costi, prassi, coppie prese in carico, abbinamenti, adozioni effettuate, ecc. (art. 17 della Delibera n.13/2008 della Presidenza del Consiglio dei Ministri). Così non è. Non dovrebbe essere difficile rimediare .


Da anni, come anche evidenziato dalle associazioni familiari del CARE nell'audizione alla Commissione Infanzia del 2012, serve una revisione dei costi per le pratiche in Italia e all’estero proposti dagli Enti autorizzati. Svariati anni fa la Commissione Adozioni Internazionali aveva stabilito dei tetti. Ci risulta che ben più recentemente fosse stato creato un Tavolo Costi a revisione di quanto fatto i cui risultati sembrano non essere mai apparsi. E’ urgente che tutto questo lavoro venga rivisitato e che gli aggiornamenti vengano prontamente pubblicati sui siti della Commissione Adozioni e di ogni Ente Autorizzato. Il sito della Commissione Adozioni dovrebbe essere punto di riferimento reale dove trovare in modo chiaro e concreto le informazioni certe su tutto quel che riguarda le prassi di adozione internazionale proprio a partire dai costi. E' sulla trasparenza di questi dati essenziali che si gioca la credibilità del sistema adozione Italiano e delle Istituzioni.


L'importanza delle fasi di preparazione e accompagnamento verso l'adozione è evidente da sempre. E' una buona preparazione e informazione che possono aiutare ad evitare la sensazione di spiazzamento e di “non saper che fare” che spesso intervengono (e a lungo) dopo l'adozione. La capacità di fare rete dei vari attori coinvolti (Servizi, Enti, Associazionismo) per garantire questa preparazione può essere fondamentale e tale capacità può crescere solo in un sistema che la agevoli e che lavori per far si che le famiglie possano accedere a differenti tipi di attività con una riduzione degli oneri. Dunque, come già chiesto dal CARE, sempre nel 2012, bisogna ideare delle agevolazioni fiscali per abbattere i costi certificabili sostenuti dalle coppie anche durante il percorso di preparazione verso l’adozione.



Durante l'adozione:


Vanno stabiliti criteri per cui Enti Autorizzati che vanno in stessi paesi e regioni possano collaborare affinché coppie che si trovino bloccate con un Ente possano concludere l'iter con altri senza oneri aggiuntivi. Più in generale, Enti Autorizzati che operano in uno stesso paese e in una stessa regione dovrebbero poter collaborare secondo un sistema omogeneo. Per far questo però le prassi in uno stesso paese debbono essere trasparenti e condivise. E' un'utopia? In alcuni paesi tutto continua sembrare dipendere dal potere dei “referenti in loco”. E' possibile parlarne in modo concreto?


La modalità di pagamento all’estero debbono seguire modelli standard e condivisi garantendo la trasparenza della procedura Ricordiamo che nell'art. 12 della Delibera n.13/2008 è scritto: “I collaboratori dell’ente all’estero devono essere retribuiti per le loro prestazioni soltanto dall’ente. Le coppie in carico all’ente non possono fare da tramite per i pagamenti.” Anche di questo aspetto che, se disatteso, contribuisce a diffondere una sensazione di opacità del sistema, è possibile parlarne in modo concreto?  


Manca ancora un fondo per gestire le situazioni di grandi crisi, in particolare quelle che si traducono in seri problemi all’estero (Kirghizistan, RDC, ecc..). Ricordiamo che nel Dicembre 2013 furono le Associazioni del Coordinamento CARE a chiedere tale fondo a favore delle famiglie allora bloccate nella Repubblica Democratica del Congo. Non ne vediamo traccia e i problemi perdurano.


Ricordando che l'art. 1, comma 152, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, prevede la costituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, del “Fondo per il sostegno delle adozioni internazionali”, “finalizzato al rimborso delle spese sostenute dai genitori adottivi per l’espletamento della procedura di adozione ...”, nonché la relativa dotazione finanziaria pari a 10 milioni di euro per l’anno 2005, ricordando come di il Fondo sia stato rifinanziato negli anni ci chiediamo cosa sia successo per chi ha adottato dal 2011 in poi. Ci risulta infatti che ancora non abbiano ottenuto rimborso neanche tutte le coppie che hanno adottato nel 2011 creando un divario critico tra coloro che nel 2011 hanno ottenuto un rimborso e chi non lo ha ricevuto. Tutto questo accade nonostante le richieste di stabilizzazione del Fondo abbiano una lunga storia. Ricordiamo infatti l'impegno delle Associazioni di CARE nel 2013 per altro recepito nel gennaio 2014 nella mozione Adozioni Internazionali 1/00326 che impegnava il governo: “ad adottare ogni iniziativa utile a reperire le risorse necessarie per erogare i rimborsi relativi alle procedure di adozione ancora in sospeso (anni 2011, 2012, 2013), nonché a stabilizzarli per il futuro, attraverso un aumento delle risorse disponibili per il Fondo per le politiche della famiglia.”


Dopo l'adozione:


Dopo l'adozione ancora troppo spesso la solitudine, la confusione e la mancanza di mezzi e risorse continuano ad affliggere tante famiglie. Si scopre, solo dopo, che la preparazione era solo sulla “carta”, che le informazioni non bastavano, che la società può rivelarsi meno accogliente di quanto si immaginava, che le criticità dei figli sono davvero ampie e non di rapida evoluzione, e che noi stessi non sapevamo come saremmo stati. Serve davvero una ridefinizione delle complessità del post adozione che sia centrato sui cambiamenti che l’adozione ha subito in questi anni, anni in cui le famiglie Italiane hanno generosamente mostrato di saper essere piene di risorse e accoglienti. L'Italia è stata infatti in prima linea rispetto a tanti paesi per quel che riguarda l'accoglienza di bambini più grandi e di bambini con bisogni speciali. Ci sembra davvero incredibile che dopo tanti anni in cui questo viene detto e ripetuto ci troviamo nuovamente e dover dire che è impossibile ideare buone prassi nel post adozione senza un reale e concreto monitoraggio longitudinale delle famiglie adottive che tenga conto delle situazioni di fallimento ma soprattutto di quelle di disagio (drop out scolastico, difficoltà di inserimento nel mondo nel lavoro, prese in carico psichiatriche, difficoltà con la giustizia, comunità …). Solo a partire da questo sarà possibile comprendere la molteplicità di interventi utili alle famiglie (consulenza dei genitori, gruppi di mutuo aiuto, interventi pedagogici in famiglia, terapia, ecc). E vale la pena sottolineare come tale ridefinizione non possa gravare interamente, in termini economici, sulle spalle delle famiglie.


I servizi territoriali che si occupano di famiglie adottive vanno sostenuti e rafforzati e vanno messi in grado (grazie alla formazione e alla riorganizzazione delle risorse) di dare alle famiglie la pluralità di attenzioni necessarie ben oltre il così detto anno di post adozione.


Va ridefinito il significato di servizio di post adozione da parte degli Enti Autorizzati e vanno definiti dei costi standard per le relazioni all'estero. Le famiglie possono avere bisogno di relazioni aggiuntive (per esempio a fini scolastici). E' possibile immaginarne la gratuità?


Bisogna permettere alle famiglie adottive di avvalersi di ogni possibile agevolazione fiscale per quel che riguarda le spese sostenute per poter accedere a servizi di post adozione nei primi tre anni dalla formazione della famiglia adottiva (audizione Commissione Infanzia CARE 2012). Infatti sempre più spesso le famiglie affrontano l’esigenza di logopedia, psicomotricità, terapia per bambini duramente provati e per dare ai figli quanto necessario si rivolgono a strutture private.


Serve una revisione della normativa sui congedi malattia dato che l’attuale normativa penalizza chi accoglie in adozione o in affido bambini di 6 anni e oltre, poiché il comma 2 dell’art. 50 del d.lgs. 151 del 2001 prevede che entrambi i genitori (adottivi o affidatari) abbiano diritto di astenersi dal lavoro per tutti i periodi corrispondenti alle malattie del figlio fino a che il figlio non abbia compiuto i 6 anni di età. Dai 6 agli 8 anni, invece, ciascun genitore, alternativamente, ha diritto di astenersi dal lavoro, nel limite di cinque giorni lavorativi all'anno.


 

E’ necessario un investimento diffuso e omogeneo in tutta Italia sulla formazione di Dirigenti e Insegnanti al fine di garantire la concreta attuazione delle Linee di Indirizzo per il diritto allo studio degli alunni adottati. 



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