Recensioni

Il genocidio degli armeni, perpetuato all’inizio del ‘900 dai turchi, è forse ancora oggi una pagina di storia poco nota. In questo libro sono raccolte le memorie di una bambina sopravvissuta all’orrore, Varvar, scritti raccolti e pubblicati dalla figlia Alice dopo la morte della madre. Si assiste così, con la stessa sensazione di impotenza della bambina che racconta quello che vive, alle vicende dei deportati armeni, al massacro di massa, alla deportazione nel deserto, a innumerevoli stenti e sofferenze. E ci si ritrova a riflettere su una storia che dolorosamente si ripete, con vittime e aguzzini che cambiano solo per il nome e la sede geografica. Incantevole è la descrizione iniziale della vita che precede l’irruzione dei turchi: il piccolo villaggio natio è immerso in una natura amica e provvidente e le vicende familiari sono scandite dai ritmi regolari e rassicuranti delle stagioni che si susseguono. Tanto più violenta, inspiegabile e stridente appare allora agli occhi della bambina l’invasione improvvisa dei turchi, che iniziano a radere al suolo i villaggi, massacrare la gente, deportare i sopravvissuti. Un libro importante per non dimenticare.