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La risposta del referente



Sportello virtuale: Legge

Titolo: Decreto di NON idoneità

Domanda:

Gentile Dott.ssa Serpico, gradiremmo ricevere un aiuto da parte sua riguardo il nostro percorso adottivo, la nostra storia è questa: malgrado le relazioni positive dell’ASL e con il giudice del tribunale di Milano (Dott.ssa Pia Marchesi) la quale a fine colloquio ci disse “verbalmente” che: secondo lei eravamo una coppia con tutti i requisiti, si trattava certo di passare il tutto alla commissione, per il giudizio finale, ma era più che altro una formalità. Nel frattempo, aggiunse, potete già iniziare a cercare un ente a cui dare il mandato. Questo a Marzo. Invece a Luglio telefonammo in Tribunale e... doccia fredda... ci dissero che non eravamo idonei. Ritirato immediatamente il decreto non riuscivamo a credere a quello che c’era scritto... ne riassumo il contenuto: “Con riferimento al requisito di capacità che si sostanzia nell’idoneità ad adottare, il collegio rileva che NON sussistono tutte le condizioni positive... In particolare... si osserva: i coniugi appaiono una coppia solidale ed affiatata, oltre che preparata rispetto alle problematiche connesse all’adozione internazionale. Tuttavia la patologia genetica di forma dominante da cui la signora risulta affetta (Osteogenesi Imperfetta), comportando una particolare fragilità ossea, non può essere sottovalutata in relazione alle esigenze ed ai preminenti interessi del minore, al cui presidio è chiamato questo Tribunale. La tendenza alla frattura dell’apparato scheletrico della signora (che ha riferito di sé “sono nata con le ossa rotte”,”ero una bambina di cristallo”) induce il collegio a ritenere la coppia non idonea all’adozione di un bambino già deprivato e facilmente esposto a vissuti fortemente traumatici. Non appare, infatti, possibile esporre un bambino già in difficoltà al rischio obiettivo derivante dalla patologia in questione, che necessariamente implica l’adozione di particolari cautele e che potrebbe incidere sull’impegno e la serenità per affrontare situazioni problematiche come l’adozione internazionale compromettendone, anche alla lunga, il buon esito (con sovrapposizione di sofferenza a sofferenza, tanto per i genitori quanto per i minori). Come agli adulti è dato nell’adozione rifiutare legittimamente di affrontare le gravi patologie di cui possono essere portatori i bambini proposti (tanto che i coniugi hanno dichiarato una disponibilità limitata a bambini con handicap lievi o reversibili), così ai bambini e per essi agli enti preposti alla loro tutela nello specifico provvedimento, deve essere riconosciuto il diritto di scegliere, quindi anche di rifiutare, i rischi connessi alle patologie degli adulti loro proposti quali genitori.” La nostra reazione fu: NON CI POSSO CREDERE!!! ci venne da pensare che, a parte i discorsi che davanti alla legge siamo tutti uguali... mah... come si fa a pensare che se una persona ha un handicap non abbia le risorse per crescere un figlio... ai portatori di handicap non diano figli in adozione? allora se una coppia è disabile ed ha figli? non mi risulta che questi vengano sottratti ai genitori... ma la parte ancor più “da cafoni”, mi verrebbe da dire, era l’ultima del decreto in cui si ribadiva e rivendicava il fatto che siccome noi ci eravamo limitati ad una disponibilità limitata a bambini con handicap lievi, così anche agli enti preposti andava riconosciuto il diritto a rifiutare noi come genitori... la leggemmo così: tu fai così? noi facciamo altrettanto... non hai fatto i compiti? niente caramella... ma dove siamo all’asilo! Occorreva forse prima capire perché noi ci siamo indirizzati verso questa disponibilità e magari occorrerebbe anche capire se un bambino nello stato in cui si trova preferisce stare dove è piuttosto che con due genitori di cui uno messo così così... e così così a noi suonava talmente male, rileggendo più volte il decreto ci siamo detti che secondo noi queste persone poco o nulla sapevano dell’Osteogenesi, altrimenti non avrebbero scritto quello che le ho citato. In effetti questa patologia è si preoccupante, ma si manifesta nell’età adolescenziale, a diversi livelli anche in forma letale (fortunatamente Daniela ha una forma lieve di tipo IVA), e si attenua fino a scomparire con la crescita e quindi la calcificazione ossea. Può tornare in forma più o meno lieve nella menopausa e comunque curabile con farmaci, ma Daniela, mia moglie non ha più avuto fratture dall’età di 16 anni, ora ha le stesse probabilità di frattura di un adulto comune. Purtroppo è una forma “dominante” quindi se dovessimo avere un figlio avremmo il 50% di possibilità di trasmissione della patologia, ed è per questo che abbiamo deciso di adottare un bambino piuttosto che concepirlo biologicamente per evitare il rischio di trasmissione. Non abbiamo accettato tutto questo ed abbiamo presentato ricorso tramite un avvocato di nostra conoscenza entro i 10 giorni stabiliti, ora la corte di appello ci ha fissato l’udienza per il 4 Dicembre, ma i dubbi e le paure che qualcosa non vada per il verso giusto permangono. Il nostro avvocato seppure molto disponibile ci ha detto che per lei è il primo ricorso che segue riguardo un’ adozione, abbiamo chiesto un parere anche al Dott. Franceschetti (è del Tribunale di Venezia ma era uno dei pochi tribunali che abbiamo trovato con un sito a cui si può scrivere una mail a qualcuno e soprattutto l’unico che ci ha risposto) ci rispose che era preferibile far si che il nostro avvocato spingesse per nominare un consulente tecnico, nel caso non l’avesse già fatto il tribunale, cosa che non ci risulta, per valutare la situazione. I nostri dubbi che volevamo dissipare sono questi: possiamo insistere perché venga nominato un consulente tecnico esterno o eventualmente portare noi uno specialista di Osteogenesi che certifichi (sempre che sia disponibile a presentarsi o se ce ne fosse bisogno) che la patologia di Daniela non è assolutamente preoccupante ovvero... cosa possiamo fare per tutelarci il più possibile ed evitare che ci neghino l’idoneità un’altra volta e quindi per sempre? Le domande, dettate dalla paura di essere scartati, sarebbero a decine che vorremmo farle, spero che sia stato abbastanza esaustivo per farle capire la nostra situazione senza dilungarmi ulteriormente... Potrebbe cortesemente risponderci, o eventualmente, potremmo incontrarla direttamente per capire cosa possiamo fare? Le indico a seguire la nostra mail. Grazie in anticipo, cordiali saluti

Risposta inserita da Angelamaria Serpico il

Vi consiglio di depositare  prima dell'udienza una relazione medica attestante la stato di salute della Signora ed informazioni relative alla patologia.



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