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ruolo di garante dei diritti dei minori. Questo in sostanza il

senso della lettera aperta che l'associazione 'Genitori si

diventa' ha inviato a Rosy Bindi, ministro della Famiglia sul

ruolo della Cai (Commissione per le adozioni internazionali).

Formare dei migliori abbinamenti famiglie-bambini, "per

evitare l'assurda situazione di bambini che entrano in famiglie

che non sarebbero state individuate se quel minore fosse stato

presente sul territorio italiano", evitare discriminazioni legate

al colore della pelle "essendo questo un elemento che fa la

differenza tra chi e' pronto all'adozione e chi, invece, ne e'

ancora lontano" e progettare "attraverso alleanze forti, reti di

famiglie adottive e percorsi pre e post adottivi, al fine di

ridurre il piu' possibile il rischio di fallimenti adottivi.

Queste le principali richieste della lettera aperta, indirizzata

si' a ministero competente e Cai ma anche a tribunali ed Enti

autorizzati. Enti che dovranno rendere "maggiormente visibili gli

interventi di cooperazione, le liste di attesa, i costi

autentici, il numero di adozioni per ogni singolo Paese".

"E' tempo che sull'adozione internazionale

il servizio pubblico ritrovi il proprio ruolo di garante dei

diritti dei minori alla migliore famiglia- spiega Antonio

Fatigati, presidente dell'associazione- in modo che si dicano le

cose con chiarezza, evitando il proliferare di notizie

incontrollate, come e' recentemente avvenuto relativamente ai

dati sul numero di coppie in lista di attesa".