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Informazione del 21-04-2016



Titolo: Manarin, oggi il vertice I russi indagano ancora
Fonte: messaggero.veneto.gelocal

di Milena Bidinost

SAN QUIRINO. È atteso per oggi, a Volgograd in Russia, l’incontro tra le autorità di polizia locali e i difensori di Odesio Manarin: annunciato già per venerdi scorso, il vertice era stato rimandato. Oggi potrebbe esserci una svolta nel caso del comandante della polizia municipale di San Quirino, trattenuto dal 31 marzo nell’ex Stalingrado con l’accusa di presunte percosse al figlio adottivo, un bambino russo di 8 anni. 

«Il condizionale è d’obbligo – dice cauto il sindaco Della Mattia – ma da quanto ho capito si dovrebbe finalmente tenere il tanto atteso incontro. Venerdì era saltato, da che mi risulta, per consentire alle autorità russe di effettuare ulteriori indagini. Domenica ho sentito il comandante al telefono – riferisce – e mi è parso abbastanza fiducioso, ma comunque consapevole che nulla è ancora certo. Altra questione poi è il futuro dell'adozione del bambino da parte della coppia, sulla quale ancora non si sa nulla». 

La vicenda di Manarin sta tenendo con il fiato sospeso la comunità di San Quirino e quella di Vajont, comune di residenza dei coniugi. Oramai per la coppia sono già venti giorni di attesa e preoccupazione. La speranza è ora che le parti possano giungere ad un accordo su una sanzione a carico del poliziotto friulano, che chiuda il caso e che gli consenta il rimpatrio in Italia. 

«La situazione rimane tuttavia fluida – spiega Della Mattia –, vista la grande attenzione che la Federazione russa sta dimostrando in questi anni rispetto alla tutela dei minori e alla questione delle adozioni internazionali». La difesa di Manarin, supportata da una task force della diplomazia italiana rappresentata dal Consolato e dall’ambasciata d’Italia a Mosca, punta a dimostrare l’irreprensibilità della persona del comandante e la sua non pericolosità. L’autorità russa non ha ancora disposto misure restrittive nei confronti di Manarin, al quale però hanno ritirato il passaporto in attesa dell’esito del procedimento penale avviato il 31 marzo. Il comandante non può lasciare la Federazione russa. Con lui a Volgograd c’è anche la moglie. I Manarin in questi giorni hanno lasciato l’albergo in cui soggiornavano, per un alloggio più economicamente sostenibile dato il prolungarsi forzato del loro soggiorno a Volgograd. 

A marzo i coniugi erano volati in Russia per perfezionare le pratiche di espatrio del figlio adottivo. L’adozione era stata invece autorizzata a gennaio. Su questo fronte, tuttavia, a preoccupare c’è il ricorso della procura locale alla Corte regionale di Volgograd per l’annullamento dell’adozione del bambino, scattata con l’avvio del procedimento penale nei confronti di Manarin.

 

Fonte:messaggero.veneto.gelocal 




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