Recensioni

Solo all’ultimo capitolo ci rendiamo conto che la narrazione in prima persona di Carrie è in realtà il suo diario, offerto alla lettura della mamma e del capitano della nave che li sta trasportando verso l’Australia. Divisa in 10 taccuini, l’avventura dei due ragazzi e dello zio Len passa dai toni nostalgici (il padre è emigrato in Australia per offrirgli una vita migliore) ai drammatici (la madre è arrestata in Irlanda per un errore giudiziario) ai comici (il fratello duetta con il pupazzo Bifreddo per vivacizzare gli spettacoli dello zio ventriloquo). Dosato con equilibrio tra descrizioni e dialoghi, il testo ci racconta con originalità di ambientazione l’ennesima caparbia lotta dell’infanzia per difendere i suoi spazi di gioco, di studio, di affetti insidiati dalle quotidiane tribolazioni del mondo adulto. Il diario diventa così un modo per raccontare e confessarsi, per sdebitarsi e affermare le esigenze affettive e sociali. Un altro esempio di alta letteratura per ragazzi, senza né retorica né moralismi, adatto anche alla lettura ad alta voce.
Età: da 9 anni.