E' a partire dalle tante criticità riportate dalle famiglie adottive che nel 2010, Genitori si diventa onlus prima, e poi tutto il Coordinamento CARE, hanno sviluppato il dialogo istituzionale che ha permesso nel Dicembre 2014 di arrivare alla firma delle Linee di indirizzo per il diritto allo studio degli alunni adottati. Nel Luglio 2015 si è quindi arrivati al loro inserimento nella Legge 107 che ha riformato la Scuola Italiana. Sono stati determinanti, per questo successo, la chiarezza degli obiettivi, la determinazione delle famiglie e la disponibilità all'ascolto del Ministero. Il lavoro è proceduto a più livelli coinvolgendo le realtà territoriali locali. La fase di pianificazione e scrittura (che ha visto coinvolti i tecnici più informati sul tema in Italia) è avvenuta, ad esempio, integrando le buone prassi che negli anni si erano realizzate a livello provinciale e regionale. Non si è improvvisato nulla ma si è distillato il meglio delle esperienze già realizzate e sperimentate.
Il documento è costituito da quattro parti e tre allegati.
Si parte con un Introduzione che quantifica il fenomeno e, pur non generalizzando mai poiché ogni storia è a se, descrive le principali specificità dell'adozione focalizzando sulle possibili criticità.
La seconda parte, intitolata Le Buone Prassi, si occupa in maniera concreta di ogni aspetto amministrativo riguardante la prima iscrizione, la scelta della classe e le fasi dell'inserimento scolastico. E' pensata ad uso specifico di Dirigenti e Insegnanti e dirime molti dei nodi che più tormentavano le famiglie. Permette l'inserimento dei bambini e delle bambine in ogni momento dell’anno. Permette di dilatare i tempi di inserimento per coloro che, arrivando in età scolare, rischiano un troppo repentino ingresso in classe. Permette soprattutto, ove necessario, di chiedere un anno in più alla scuola dell'Infanzia potendo presentare solo documentazione appropriata e non più una certificazione medica di disabilità. E' stata individuata una strategia di gestione dei dati sensibili dei minori nelle fasi in cui il processo di adozione non è ancora concluso (fase del così detto affidamento a Rischio Giuridico) quando il bambino mantiene ancora i dati anagrafici originari ma risulta, allo stesso tempo, presso il domicilio degli adottanti, ed una non attenta gestione dei dati nelle fasi dell'iscrizione potrebbe renderlo tracciabile. Concetto centrale questo settore del documento è quello del rendere il più agevole possibile il dialogo scuola-famiglia e di agevolare il lavoro di rete a sostegno dei bambini curando i rapporti tra famiglia, scuola, servizi pubblici e privati. Una buona prassi suggerita (già attuata in molti territori) è quella di identificare insegnanti referenti sul tema che siano punti di riferimento per i genitori e per i colleghi, formati sulle specificità degli alunni adottati. Buona parte di questo capitolo è dedicato proprio al ruolo degli insegnanti referenti.
Seguono quindi due capitoli dedicati ai ruoli delle varie parti (Istituzioni nazionali e regionali, scuole, dirigenti, insegnanti e insegnanti referenti, famiglie) e ai punti principali di una futura formazione per gli insegnanti (in particolare i referenti).
I primi due allegati sono esempi di colloqui “tipo” scuola famiglia e sono intesi come tracce possibili ad uso degli insegnanti referenti. Il terzo allegato parte da un'analisi accurata di possibili strategie per il primo ingresso in classe. Seguono poi interventi sul come affrontare il concetto di adozione in classe, la storia personale dei bambini (si pensi alla scuola dell'Infanzia e alla seconda elementare quando emerge proprio il tema della storicizzazione) e viene focalizzato il tema della complessità degli elementi interculturali e dell'uso di libri di testo che troppo spesso ignorano l'esistenza della famiglia adottiva o la stereo-tipizzano.