Alice ha pochi anni, tre fratelli. È avvolta in una coperta, in braccio ad un poliziotto con gli occhi lucidi, che le ha comprato un pupazzetto e la stringe forte. Lui gigantesco. Lei fragilissima e spaventata, i capelli lunghi probabilmente mai tagliati, intrisi di sangue. Gli occhi sbarrati nel viso minuscolo e un pianto disperato.
Saliamo in gruppo. Gli altri bimbi stanno giocando con le tempere e lei, improvvisamente folgorata dai colori, si calma. Io incredula a guardarla mentre si spalma di verde, di blu, di giallo.
Immobile perché la magia non svanisca. E sono fortunata. La piccola non dice una parola ma, poco dopo, si lascia immergere in una vasca di schiuma bianca. Ne esce arruffatissima e il pigiama troppo grande non le piace. Si guarda allo specchio e fa un sacco di smorfie. Buffissima. Per distrarla, le smalto le piccole unghie di rosso. Lei sorpresa, spalanca un sorriso sdentato. Le mani di una bimba allegra che gioca a fare la principessa.
… Con il passare dei giorni, la paura se ne va e arrivano finalmente i capricci, i no, ma anche gli abbracci forti, le piccole confidenze, i racconti di un passato cattivo. Poche parole nella camera dell' educatrice e poi la sua mano che prende la mia e mi riaccompagna in gruppo. Perchè i bimbi che non hanno nulla sono generosi, sanno che anche gli altri hanno bisogno di averti e non ti trattengono mai più del necessario.
…Così, la vita ha iniziato ad essere scandita dalla scuola e dalle amichette, dalle pizze e dalle arrabbiature, dalle gonnelline e dalle calze a fiori, dai compiti, sempre troppi, e dalle vacanze, dalle sgridate e dai pianti, dalle favole e dalle cadute in bicicletta.
Nel mezzo…
Due interminabili anni di tentativi di mediare il rapporto con i genitori, minacciosi e intimidatori. Parecchi mesi di telefonate deliranti in lingua straniera. Lei che aveva dimenticato la lingua. Apposta.
Loro che si ostinavano a parlarle in quella lingua.
Apposta.
Quattro anni di decreti inutili. Perchè l' unico atteso era l' adozione. E poi una lettera, scritta e riscritta (“….perché è importante e…. se poi non la capisce???”) con una calligrafia incerta, le parole troppo grandi: “Caro Giudice dei bambini…. posso avere un papà e una mamma veri? …….. e magari anche un gattino.”
E i sogni alla fine, qualche volta, si avverano.
E la famiglia è arrivata. Incantata da un faccino imbronciato e furbetto, un sorriso gentile, e un cuore grande. Perché Alice, se le regali un pacchetto di biscotti, "le gocciole al cioccolato che mi piacciono tanto", dopo due mattine li ha finiti. Perchè li mette in tavola e li offre. Agli altri. Che hanno l' armadio delle merende pieno. Perchè lei non sa dire di no. Perchè è innamorata delle favole "e Bella ha sposato la Bestia che si è trasformato in un principe bellissimo. E poi vivono per sempre felici. perchè lei aveva capito che era buono. Buono dentro, vero???... Dai me la racconti un' altra volta ? Poi dormo! Promesso!!!!"
Ora è grande e abita lontano. Mi ha spedito una foto. Jeans, occhiali da sole, maglietta gialla con la margherita. Coloratissima, fa ciao con la mano. Nel pacchetto uno smalto. Rigorosamente rosso.