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Redazione di Genitori si diventa OdV

Abbiamo raccolto l’interessante testimonianza di alcune insegnanti che lavorano nella stessa scuola primaria e hanno come alunni, in classi diverse, due fratelli con storia di adozione.

 
Le esperienze emerse dai racconti sono emblematiche di come, con il supporto degli attori in gioco e tenendo in considerazione le Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio delle alunne e degli alunni adottati del Miur, si possa far vivere ai bambini e alle bambine un tempo scuola che risulti positivo e fruttuoso.
 
L’inserimento a scuola dei bambini e delle bambine con background di affido o di adozione richiede, per la sua complessità, la collaborazione fattiva di più attori: i genitori, i docenti e - laddove presenti - i professionisti (psicologi, psicopedagogisti, assistenti sociali, personale medico e paramedico) dei servizi territoriali che hanno seguito i minori.
 
I genitori devono poter investire nella scuola come occasione fondamentale di sviluppo della dimensione sociale del figlio e della figlia, prima ancora che di crescita culturale o linguistica. Presupposto imprescindibile è la fiducia nell’istituzione scolastica e in coloro che operano al suo interno, che guiderà i genitori nel raccontare e “affidare” la storia del proprio figlio e della propria figlia agli insegnanti, per metterli nelle condizioni di operare in classe correttamente, attuando consapevolmente percorsi didattici efficaci e rispettosi dell’identità e del vissuto.
 
Gli insegnanti avranno cura di accogliere la storia, astenendosi dal giudizio, leggendo e informandosi sui temi dell’adozione e dell’affido e confrontandosi senza remore con gli specialisti esterni che conoscono il bambino o la bambina e le sue caratteristiche e specificità: ogni bambino/bambina ha un suo vissuto e caratteristiche uniche e richiede quindi un approccio singolare. Inoltre, agli insegnanti spetta un compito fondamentale. Prima dell’ingresso del bambino o della bambina in classe, infatti, sarà importante spiegare ai suoi futuri compagni che cos’è l’adozione e contestualmente preparare gli alunni sui diversi modi di essere e diventare famiglia, soprattutto alla scuola primaria e alla secondaria di I grado. Sarà opportuno parlare di famiglia come luogo di legami d’amore, senza classifiche e pregiudizi. È importantissimo che la comunicazione sia chiara ed efficace per creare un clima positivo in classe e per evitare da parte dei nuovi compagni domande o commenti che andrebbero a indagare sul vissuto in modo pregiudiziale o morboso e che potrebbero ferire.
 
Per accompagnare l’alunno o l'alunna nel suo percorso di inserimento e per favorire l’apprendimento in modo naturale occorrerà che gli insegnanti valutino bene i suoi bisogni cognitivi ed emotivi, supportati se necessario dagli specialisti che, prima di loro e durante il percorso scolastico, hanno in osservazione il bambino o la bambina. Essenziale è scegliere e mettere in atto gli strumenti compensativi opportuni e adatti al profilo del nuovo alunno o della nuova alunna perché preparino la sua riuscita scolastica, nonché le misure dispensative necessarie per evitare che le difficoltà iniziali siano eccessive e producano stati di frustrazione. Strumenti compensativi e misure dispensative saranno parte di un Piano Didattico Personalizzato (PDP), elaborato e condiviso da tutti i docenti della classe.
 
L’esperienza raccolta è rappresentativa di buone prassi scolastiche, in cui il dialogo fra genitori e insegnanti ha guidato con successo l’inserimento nelle rispettive classi di scuola primaria di due bambini provenienti dal Brasile e adottati da una famiglia italiana e l’intervento delle insegnanti è stato efficace e fruttuoso sul piano didattico e relazionale.
 
Per rispettare la privacy dei minori, abbiamo scelto di non citare i nomi delle insegnanti e abbiamo cambiato i nomi dei bambini.
 

LA PAROLA ALLE INSEGNANTI

Fernanda

Operiamo come insegnanti della primaria presso un circolo didattico di un grande centro urbano. A dicembre ci comunicarono che sarebbero arrivati dei bambini adottati provenienti dal Brasile. La più grande aveva quasi dieci anni e la più piccola poco più di tre: quattro fratellini (tre bambine ed un maschietto) tenerissimi e molto legati fra loro.

Dopo un’attenta lettura delle Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio delle alunne e degli alunni adottati del Miur, abbiamo convocato la coppia di genitori adottivi perché ci trasferissero le informazioni in loro possesso sul vissuto e le condizioni attuali di Fernanda, la sorella maggiore, quella che avrebbe frequentato la classe in cui operavamo, una quarta classe di scuola primaria: era la fine di febbraio.

I due genitori con dovizia di particolari ci hanno raccontato di tutte le traversie incontrate per poter realizzare il loro desiderio di genitorialità.

Fernanda per molti anni aveva fatto da padre e da madre ai tre fratellini, li aveva protetti, preservati dai pericoli, almeno fino a dove era riuscita a farlo.

Dell’inserimento scolastico di Fernanda in Brasile non conoscevano molto: sapevano che non andava volentieri a scuola, che molti la allontanavano perché la famiglia affidataria di allora non rispettava le più semplici forme di igiene personale; pertanto Fernanda viveva tale esperienza con senso di inadeguatezza e di vergogna.

La classe, preparata all’arrivo della nuova compagna, ha subito accolto Fernanda con grande calore senza mai soffocarla con quelle innate curiosità e domande, anche inopportune, che un bambino di quella età, seppur inconsapevolmente, può rivolgere a chi viene da un altro paese, stimolando il riaffiorare di sensazioni e ricordi sommersi.

Grazie ad un lavoro improntato sulla fiducia, sulla stima e sulla collaborazione, la rete che si è costituita fra scuola e famiglia è stata talmente forte ed efficace che ha dato, a pochi mesi dall’ingresso della bambina in classe, i suoi frutti: Fernanda, con testi facilitati e seguendo programmi di recupero di II e III classe, riesce a leggere, seppur per il momento non in forma spedita, è interessata a tutte le materie, aspetta con pazienza il proprio turno nella correzione e nella spiegazione delle attività, rispetta le regole del buon vivere in classe ed è felice di frequentare la scuola.

Ed è la stessa felicità che condividiamo con la famiglia e che ci invoglia a proseguire questa magnifica esperienza.

 

Miguel

Miguel è arrivato nella nostra classe 1a di scuola primaria nel mese di marzo.

Di lui genericamente sapevamo che era un bambino proveniente dal Brasile, adottato con le sue tre sorelline da una famiglia italiana e che era giunto in Italia nel mese di dicembre dell’anno precedente.

Appena ci è stato comunicato che Miguel era stato inserito nel nostro gruppo classe, insieme alle docenti della classe 4a in cui era stata inserita una delle sue sorelline, abbiamo programmato e progettato un piano di accoglienza per questi bambini. Nel frattempo, abbiamo incontrato i genitori adottivi di Miguel i quali, così come previsto dalle Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio di alunne e alunni adottati del Miur, hanno risposto a domande che avevano lo scopo di compilare un documento di intervista contenente informazioni sul passato e sul presente di Miguel. I genitori si sono mostrati subito molto disponibili e aperti al colloquio con la scuola. 

Quindi abbiamo steso un progetto di accoglienza ed inclusione dei bambini che permettesse loro di inserirsi gradualmente nei nostri gruppi classe. Poiché la nostra classe è a tempo pieno, Miguel ha frequentato il tempo scuola con gradualità partendo da un tempo ridotto (8:00/12:00) per giungere, solo dopo circa un mese, a quello pieno (8:00/16:00).

Precedentemente al primo giorno di scuola di Miguel, i compagni di classe hanno preparato cartelloni di benvenuto che sono stati appesi alle pareti dell'aula. Il primo giorno di entrata in classe, Miguel è stato accolto con applausi e una canzoncina di benvenuto e gli sono stati donati un quaderno/diario e una penna con cui poter disegnare o scrivere nella sua lingua emozioni, sensazioni o tutto ciò che voleva o provava. Tutti i compagni si sono presentati e, nei primi giorni di scuola, si sono svolte molte attività di gruppo, grazie alle quali lui era libero di inserirsi nei vari gruppi ed avere occasione di conoscere pian piano tutti i compagni e cooperare con loro.

Miguel è stato molto collaborativo e ha dimostrato grande entusiasmo e voglia di apprendere. Il bambino non ha mai dimostrato di sentirsi estraneo o in difficoltà, anzi ha subito fatto amicizia e anche i compagni hanno cercato sempre di comprendere ciò che diceva interagendo con lui in modo positivo.

Miguel è un bambino con buone capacità relazionali, che ha messo in atto sia con i compagni che con le docenti. Spesso interveniva nei racconti o nelle richieste parlando nella sua lingua. Ciò è stato per la classe un punto di forza, l'occasione di imparare nuovi termini, e per questo motivo Miguel probabilmente si è sentito libero di esprimersi così come sapeva.

Per quanto riguarda la didattica ha avuto più difficoltà in italiano che in matematica e in inglese. In italiano si è proceduto partendo dall’alfabetizzazione. Miguel si è mostrato molto motivato all'apprendimento non soccombendo alle numerose difficoltà che ha incontrato durante il suo percorso didattico. Così come previsto dalle Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio di alunne e alunni adottati del Miur, abbiamo stilato un Piano Didattico Personalizzato che impiegasse strumenti compensativi e misure dispensative per aiutarlo ad affrontare e a superare questo momento di difficoltà. I genitori, dal canto loro, sono stati sempre presenti e collaborativi. Miguel è stato supportato sia a casa che a scuola.

In classe non sono mancati momenti di relazione in cui i bambini hanno giocato o collaborato per portare a termine un prodotto finale attraverso laboratori progettati dalle insegnanti, progetti organizzati durante il tempo scuola con insegnanti esterni, o uscite didattiche. Tutto ciò ha contribuito alla formazione del Miguel di oggi: un bambino che si esprime in italiano e segue le stesse attività della classe. Nonostante siamo soddisfatte dei risultati, riteniamo di dover ancora lavorare per l'inclusione di Miguel, ecco perché è stato compilato per lui un PDP anche per l’anno successivo.

 
Queste esperienze ci confermano che è possibile garantire ai bambini e alle bambine che sono stati adottati un inserimento scolastico positivo, premessa fondamentale per il loro percorso di apprendimento, senza aggiungere carichi emotivi a quelli che già hanno sostenuto. 
 
 

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Data di pubblicazione: 
Mercoledì, Febbraio 28, 2024

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